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Idrogeno, la strategia tedesca sull’import per avere 500 TWh all’anno entro il 2045

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Il Governo tedesco ha adottato ufficialmente una strategia nazionale per l’importazione di idrogeno. Si dovranno dunque seguire delle apposite tempistiche grazie alle quali sarà possibile prendere l’H2 per mezzo di infrastrutture quali terminal portuali e pipeline.

Il fabbisogno di idrogeno

La Germania ha stimato che il proprio fabbisogno di idrogeno dovrebbe attestarsi tra 95 e 120 TWh all’anno entro il 2030, e tra 360 e 500 TWh entro il 2045.

Solo in questo modo sarà possibile raggiungere l’obbiettivo emissioni zero entro le tempistiche previste, con importazioni che dovranno coprire il 50-70% di tali volumi.

La strategia nazionale creata ad hoc

Su cosa si basa dunque la strategia nazionale creata ad hoc per il carburante e i derivati? Il Paese sta scommettendo su tale risorsa per sostituire i combustibili fossili fino ad oggi utilizzati. 

Inizialmente le importazioni, che riguarderanno sia idrogeno verde che blu, arriveranno principalmente da Norvegia, Gran Bretagna e Danimarca, mentre in futuro potrebbero coinvolgere anche Stati più lontani.

L’importazione avverrà seguendo due canali principali: via pipeline e via nave, con il trasporto da gasdotto riservato per l’import da Paesi Ue e che sarà effettuato convertendo l’infrastruttura esistente per renderla H2-ready.

I nuovi corridoi

Per i nuovi corridori da mettere in funzione, restano ancora da concordare quelli che riguardano il Mare del Nord, il Baltico e l’Europa meridionale.

Ma il nuovo documento stilato in merito dal governo tedesco non ha a che vedere solo con l’H2 rinnovabile, ma bensì con altri combustibili quali l’ammoniaca, per fare un esempio.

Un segnale chiaro all’estero

Come sottolineato dal ministro alla Transizione Ecologica, Robert Habeck, l’intenzione è quella di inviare un segnale chiaro all’estero, con la Germania che si aspetta una domanda interna ampia e stabile di idrogeno e derivati.

L’idea poi è garantire così anche maggiore sicurezza per gli investimenti, lavorando dunque alle necessarie infrastrutture.

La prima, presuppone una spesa complessiva di ben 19,7 miliardi di euro, costituita da quasi 10.000 Km di condotte di cui il 60% costituito da pipeline riconvertite. La capacità in entrata e in uscita sarà pari rispettivamente a circa 100 GW e 87 GW, mentre la data di entrata in funzione è prevista, al momento, al 2032. Cosa aspettarsi per le altre?

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