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Riciclare i pannelli solari: al via i lavori dell’impianto italiano di Marghera

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La startup 9-Tech ha già cominciato i lavori per l’impianto dedicato al riciclaggio dei pannelli solari di Marghera, anche grazie al supporto del progetto Booster ed Accelerator dell’EIT Raw Materials, finanziato dall’Unione Europea. Con 4 fasi principali altamente automatizzate, è possibile così recuperare quasi tutto il valore del dispositivo. Ma in che modo?

Il riciclaggio

In tema di riciclaggio, l’Italia ha già adottato diverse normative e politiche volte a promuovere il corretto smaltimento dei rifiuti, con regioni che più di altre, come il Friuli-Venezia Giulia e l’Emilia-Romagna, sono attive nella realizzazione di impianti e l’avvio di iniziative per la raccolta differenziata.

Per quanto riguarda il Veneto, sono già presenti qui dei siti per il trattamento compresi impianti di selezione, compostaggio, riciclo e recupero energetico.

I primi lavori già avviati a Porto Marghera

È stato già annunciato, a fine 2023, il progetto italiano del Gruppo Veritas, 9-Tech e Haiki Mines, con l’idea di un nuovo sito da costruire a Porto Marghera, comune di Venezia.

Il sito adesso prende vita davvero, con i primi lavori già avviati a Porto Marghera, comune di Venezia, e con alcuni test già condotti che hanno portato la startup ideatrice, 9-Tech, a vincere il premio ESG Intesa SanPaolo Vita e Fideuram Vita.

L’impianto pilota, una volta operativo, effettuerà la sperimentazione del trattamento termico e meccanico al fine di recuperare risorse importanti come l’argento, usando reagenti a basso impatto ambientale. Ma in cosa consisterà il metodo di riciclaggio?

4 fasi principali

Si susseguiranno 4 fasi principali e altamente automatizzate, allo scopo di recuperare quasi tutto il valore del pannello non più utilizzabile. Si partirà dunque con lo smontaggio per poi procedere al trattamento termico, alla separazione meccanica e al lavaggio chimico delle celle fotovoltaiche.

Procedendo uno step dopo l’altro, il pannello sarà prima messo all’interno di un forno continuo ad alta temperatura, andando così a eliminare la cosiddetta ‘frazione polimerica’, ovvero l’unica componente non recuperabile, e poi verranno separati con cura i contatti in rame e vetro.

Infine, le cellule solari saranno messe da parte parte per essere poi sottoposte a un secondo processo, volto a recuperare la polvere di argento dal silicio metallico.

Criticità da superare

Ci sono ancora delle criticità da superare per considerare il sistema efficiente al 100%, ma le prospettive sembrano essere promettenti, e molto più interessanti di quelle emerse dalle tradizionali tecniche di recupero dei moduli.

Inoltre, dal silicio recuperato dai pannelli, ne possono derivare molteplici usi, anche per il settore della e-mobility, e dunque in particolare per la realizzazione delle batterie.

L’intero progetto comunque, si deve anche al supporto dell’iniziativa Booster e Accelerator dell’EIT Raw Materials, ovvero l’European Institute of Innovation and Technology Raw Materials. Quest’ultimo infatti, è responsabile di tali programmi allo scopo di promuovere l’innovazione lungo l’intera catena del valore delle materie prime.

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