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Rinnovabili, il ritardo francese del 2023 suggerisce la necessità di nuove azioni sul campo

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Secondo i dati del Ministero francese della Transizione ecologica e della Coesione territoriale, riportati di recente da Montel News, la Francia non ha raggiunto nel 2023 il proprio obiettivo in tema di rinnovabili, soprattutto per quel che riguarda l’eolico.

In ritardo

Rispetto agli obiettivi fissati per il 2023 sulle FER, la Francia è ancora in ritardo, nonostante gli ultimi progressi compiuti sul campo. Tutto questo potrebbe essere davvero problematico in vista delle ambizioni da soddisfare da qui al 2030, e lo stesso quadro emerge fuori dall’ultima analisi dell’Osservatorio francese delle energie rinnovabili.

In generale, tutti gli Stati membri dovrebbero puntare al raggiungimento del 42,5% di elettricità pulita sul consumo finale lordo energetico entro i prossimi 3 anni, ma se Parigi dovesse proseguire su questa strada, sarà impensabile per la Nazione soddisfare persino quelli che sono i fini individuali. Ma di cosa stiamo parlando nello specifico a livello numerico?

Le percentuali ottenute nel 2023

Analizzando le percentuali ottenute del 2023, la Francia è riuscita a collegare 4,5 GW di capacità elettrica verde aggiuntiva, mostrando però un calo rispetto ai 5,3 GW del 2022.

Il fotovoltaico è riuscito a connettere alla rete oltre 3 GW, e parliamo dunque di buoni risultati, anche se non ancora sufficienti. L’eolico invece, deve ancora fare i conti con tempi di elaborazione delle domande troppo lunghi, oltre che con una serie di vincoli normativi che riducono notevolmente il numero di territori disponibili per le installazioni.

Il settore onshore in particolare, sta lottando per superare la soglia di 1,5 GW, a fronte di un segmento offshore che risulta essere ancora più in difficoltà. Cosa ne esce fuori?

Cambiare traiettoria

Se ne evince la necessità di cambiare traiettoria, alla luce della decarbonizzazione globale e della transizione energetica dei prossimi anni. Sebbene lo slancio francese di tutte le fonti alternative, sia nel 2022 che 2023, sia stato migliore se paragonato a quello del 2020, superando la soglia del 27% di capacità green, raggiungere l’obiettivo del 40% entro il 2030 sembra a oggi impensabile.

Secondo il rapporto dell’Osservatorio, la Francia rimane comunque uno dei principali campioni europei in termini di potenza eolica, nonostante ci siano dei problemi da risolvere ancora a livello politico e burocratico. Ma in tale visione, quanto influisce l’importanza e l’attenzione riservata invece al nucleare?

Le priorità energetiche

Di certo, le priorità energetiche del Paese per il 2030 promuovono soprattutto l’atomo come fonte necessaria per il graduale abbandono dei combustibili fossili, creando una sorte di competizione con lo sviluppo delle rinnovabili.

All’inizio di quest’anno infatti, il ministero francese della Transizione ecologica e della Coesione territoriale ha presentato un progetto di legge sulla sovranità energetica incentrato soprattutto su tale vettore energetico, ambendo alla costruzione di 6 fino a 14 nuovi reattori, e non fissando alcun obiettivo per un’ulteriore espansione delle FER.

Nuove azioni

Non bisogna però dimenticare che, entro il 2035, lo stesso governo ha proposto di raddoppiare l’energia eolica offshore fino a 18 GW, e di stabilire il tasso annuo di installazione dei pannelli solari a 75 GW, dimostrando comunque che c’è un impegno dietro per la crescita di questi settori.

Ma a queste ambizioni vanno aggiunti i fatti, e delle nuove azioni per recuperare il ritardo sul campo che potrebbe rivelarsi molto pericoloso con il passare del tempo.

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