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Idroelettrico, la centrale a pompaggio australiana scavata nella roccia: fino a 350.000 MWh di energia pulita

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Snowy 2.0 è una centrale idroelettrica in costruzione in Australia. Quando sarà completata, fornirà energia per circa mezzo milione di case in contemporanea. Ma come realizzare un’opera di tale complessità scavata nella roccia?

Una centrale idroelettrica scavata nella roccia

Una centrale idroelettrica scavata nella roccia è un lavoro che richiede una determinata competenza e degli strumenti di lavoro ben precisi, considerando che si parla di un sito realizzato all’interno di una caverna o di un tunnel naturale.

A differenza dei classici impianti, in questo caso ci sono dei vantaggi diversi, tra cui una maggiore protezione dagli agenti atmosferici e un minor impatto ambientale rispetto alle centrali tradizionali. Inoltre, questo tipo di costruzione può ridurre l’impatto visivo sulla superficie.

Snowy 2.0

Tuttavia, tali progetti richiedono una valutazione dettagliata dell’ambiente sotterraneo e delle condizioni geologiche al fine di garantire la sicurezza e l’efficacia dello stabilimento. Importante poi è l’utilizzo di tecnologie sofisticate, come quelle che si stanno impiegando in Australia per realizzare Snowy 2.0

Di cosa si tratta? Parliamo di un progetto idroelettrico di grandi proporzioni, considerando in realtà un’espansione del sistema già esistente noto come ‘Snowy Mountains Scheme’. In questo caso però, l’intenzione è costruire una centrale sotterranea che sfrutta il flusso d’acqua tra i serbatoi già presenti per produrre energia pulita.

Le caratteristiche

Tra le caratteristiche principali, la capacità di immagazzinare elettricità in grandi serbatoi superiori e inferiori collegati da tunnel e condotte forzate. Durante i periodi in cui i costi sono più bassi o le risorse energetiche sono più abbondanti, l’acqua viene pompata dal serbatoio inferiore a quello superiore. Mentre accade il contrario quando la domanda è più alta.

Si tratta dunque di un sistema di pompaggio ad accumulo idroelettrico che consente di regolare la produzione in base alle esigenze di mercato, nonché alle variazioni nella disponibilità di energia da fonti rinnovabili.

In termini di dimensioni e impatto sull’approvvigionamento dell’Australia, nonché per gli obiettivi di riduzione delle emissioni, il progetto viene considerato significativo per l’intero Paese, nonostante alcune preoccupazioni ambientali legate agli ecosistemi locali e alle comunità indigene presenti nel territorio.

Le tecnologie utilizzate

Tra le tecnologie utilizzare per la realizzazione di Snowy 2.0, tre TBM, sigla che sta per ‘Tunnel Boring Machine’. Parliamo di una sorta di trapano gigante in grado di perforare la roccia ad una velocità di 15 metri al giorno. Dopo aver scavato i primi 17 km, succede che l’acqua percorre il tunnel inclinato scendendo a un dislivello di circa 600 metri nella montagna.

Da qui, continua il suo percorso verso il basso fino a raggiungere la centrale a 800 metri di profondità nel sottosuolo, dove turbine, generatori e trasformatori, trasformeranno l’energia cinetica prima in meccanica e poi in elettrica.

Fino a 350.000 MWh di energia pulita

Con Snowy 2.0, che tra l’altro è una centrale idroelettrica a pompaggio avendo le turbine una doppia funzione, si vogliono soddisfare grandi ambizioni, con la speranza di generare fino a 350.000 MWh di energia pulita.

L’obiettivo poi è fortificare ancor di più un settore che in Australia gioca un ruolo importante, con il Snowy Mountains Scheme da sempre considerato uno dei progetti di ingegneria più grandi e importanti del mondo.

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