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Le rinnovabili in Australia non devono essere minate dai fattori di perdita marginale. L’allarme

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Da parte dell’operatore del mercato energetico australiano (AEMO), in merito ai Fattori di Perdita Marginale (MLF) per il 2024-25, servirà una più attenta revisione sulle norme che regolano le valutazioni dei generatori FER. Ma questo potrebbe creare dei problemi allo sviluppo delle rinnovabili?

Fattori di Perdita Marginale per il 2024-2025

Sono stati di recente pubblicati, dall’Australian Energy Market Operator (AEMO), i dati sui Fattori di Perdita Marginale per il 2024-2025 (MLF). Con tale espressione, si misura la perdita di energia durante il trasporto elettrico causata da vari fattori, quali per esempio la resistenza delle linee di trasmissione, o la distanza percorsa dal punto di generazione fino a quello di consumo.

Questi fattori vengono espressi in percentuale, e possono variare anche in base a una congestione della rete, o per problemi ambientali e operativi. Inoltre, possono anche mutare nel tempo, ed è importante che gli operatori del mercato energetico ne siano sempre consapevoli, per garantire sicurezza e affidabilità, ma anche per ottimizzare i costi di trasporto.

In questo specifico caso, si richiede una revisione urgente delle norme che regolano gli impianti rinnovabili dell’Australia del Sud, dove gli MLF sono diminuiti del 3,2%, e quelli nel nord-ovest di Victoria, di – 3,4%.

Un importante avvertimento

Un importante avvertimento arriva dal Clean Energy Investor Group (CEIG), che prevede imprevedibili oscillazioni dei ricavi per i proprietari di sistemi green, creando così una più ampia incertezza per tutti questi settori in via di sviluppo.

I fattori di perdita marginali potrebbero così dare un duro colpo a diversi progetti già avviati, riducendo potenzialmente le entrate del 3-4%, e causando variazioni legate anche ai cambiamenti nella domanda e nell’offerta.

Capire come affrontare al meglio la situazione

Ciò che emerge dunque, è una richiesta di maggiore attenzione nei riguardi di queste perdite energetiche, per cercare di capire come affrontare al meglio la situazione rivalutando anche le regole del sistema elettrico.

Non è infatti la prima volta che si richiedono soluzioni personalizzate sull’argomento. Un esempio? Potrebbe essere la pianificazione di strategie più efficaci per ridurre i rischi e migliorare la prevedibilità dei ricavi.

Cosa sta facendo l’AEMO?

Ma in tale quadro, cosa sta facendo l’AEMO? In una dichiarazione inviata via e-mail a gennaio a RenewEconomy, l’operatore di mercato dichiara di star esaminando le possibili opzioni per ridurre le grandi variazioni di anno in anno, nel quadro delle norme nazionali sull’elettricità.

Dopo la finalizzazione dei calcoli per il 2024/25 infatti, ci sarà un confronto con l’industria sulla metodologia da seguire e mettere in campo.

Ma in che situazione si trova adesso l’Australia?

Ma in che situazione si trova adesso l’Australia? Nonostante le grandi risorse territoriali soprattutto per quel che riguarda eolico e solare, le grandi lobby incentrate sulle fonti fossili hanno avuto sempre molto ascolto dal governo federale, e difatti il Nuovo Galles del Sud, lo Stato più popoloso, conta solo il 31% di elettricità prodotta da rinnovabili.

Tra gli avvenimenti storici più importanti, bisogna tener conto della tempesta di settembre 2016 che distrusse 3 delle 4 principali linee elettriche del Paese, indispensabili per il sistema energetico nazionale.

L’importanza delle grandi batterie e la produzione e lo stoccaggio stagionale di idrogeno green

È da li in poi che si comprese l’importanza delle grandi batterie per impedire, anche nel caso di episodi come questi, devastanti blackout. Ma per l’Australia del Sud, che dipende ancora troppo dal bilanciamento della rete dal gas, divenuto molto costoso in questi ultimi anni, ciò non basterebbe.

Si sta infatti lavorando a un impianto di produzione e stoccaggio stagionale di idrogeno green, associato a una centrale elettrica, che dovrebbe entrare in funzione entro il 2025.

Secondo le previsioni, entro il 2030 l’Australia sarà la prima economia avanzata del mondo a fare a meno al 100% dei combustibili fossili. Ma sarà davvero così?

Esempio anche per l’Italia

Di certo, i passi in avanti compiuti dallo Stato nel medio e lungo periodo, potrebbero essere da esempio anche per l’Italia, che non ha mai avuto una politica coerente riguardo le FER e il raggiungimento della neutralità climatica.  Eppure le risorse sono tante, soprattutto per quel che concerne eolico e solare, ma anche stoccaggio energetico mediante le batterie.

Ciò che manca è infatti l’unione verso un unico obiettivo, e sostegni più mirati alla crescita di questi settori. Solo così si potrà raggiungere la decarbonizzazione totale, che non è dunque così infattibile a livello graduale.

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