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Nucleare, USA: bocciato l’accordo tra Amazon e Talen Energy sull’energia

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Con una decisione di due voti a uno, la Federal Energy Regulatory Commission (FERC) degli USA ha bloccato l’accordo tra Amazon e Talen Energy per una fornitura preferenziale di energia nucleare.

Amazon e il nucleare

Negli USA, la Federal Energy Regulatory Commission (FERC) ha bocciato l’intesa tra Amazon e Talen Energy per una fornitura preferenziale di energia nucleare verso un suo complesso di centri dati. La deliberazione del diniego è arrivata sulla base di due voti a uno.

Nello scenario ideale per il colosso di Seattle, questo avrebbe ottenuto più energia. Il tutto, grazie all’aumento di capacità della centrale di Susquehanna, in Pennsylvania, di proprietà della Talen Energy. Tale canale preferenziale, avrebbe supportato l’infrastruttura per la raccolta dei dati, non distante dal sito.

La decisione dell’ente ha assunto un peso molto importante, in linea con la politica regolatoria di reazione verso la recente ondata di accordi tra centrali nucleari e centri dati. In effetti, diverse grandi multinazionali di Internet – si pensi anche a Google o Microsoft – hanno visto nel nucleare una fonte ‘pulita’, stabile e sempre disponibile. Insomma, ‘sicura’.

I dubbi e le perplessità

Tuttavia, come ha scritto Axios, secondo alcuni analisti questi legami potrebbero minacciare l’affidabilità della rete, oltreché portare le bollette verso un aumento difficilmente gestibile. In secondo luogo, oltre ai costi della logistica, permane il problema dello smaltimento delle scorie. Il bilancio tra benefici e esternalità negative continua ad essere al centro del dibattito.

Lo scorso Marzo, Amazon aveva concluso con il produttore indipendente Talen Energy un accordo da 650 mln di Dollari per acquisire un’intera area di centri dati da 960 Megawatt (MW). Alla base dell’intesa, c’era l’acquisto a lungo termine dell’energia nucleare dell’impianto di Susquehanna. Questo, però, avrebbe comportato una modifica di carattere sistemico, con un aumento della capacità delle forniture in loco.

Effettivamente, la PJM Interconnection, l’azienda che gestisce la rete elettrica degli Stati Uniti orientali, (servendo più di 65 milioni di persone), ha chiesto alla FERC il passaggio da 300 MW a 480 MW. Questo, però, per l’American Electric Power Corporation e Exelon Corporation avrebbe sovraccaricato l’infrastruttura, mettendo in pericolo la sua affidabilità.

Non era chiaro in quale modalità sarebbero stati pagati gli aggiornamenti di trasmissione e distribuzione. Sul tema si è espressa la stessa agenzia federale, respingendo il progetto. Il giudizio potrebbe avere delle ripercussioni – oltreché su Amazon nel caso specifico – su altri accordi del genere, almeno nel breve periodo. In attesa, che il settore privato assuma tutte le contromisure del caso.

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