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Geotermico, Toscana: produzione triplicata a zero costi ambientali. Il Report

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L’ultimo Rapporto sulla qualità dell’aria pubblicato dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa) evidenzia come in Toscana, punto di riferimento in Italia per il settore geotermico, gli impianti di Enel Green Power siano riusciti a triplicare la produzione di “energia dalla terra” senza modificare l’impatto (basso) sull’ambiente.

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L’impatto ambientale dell’energia geotermica

L’energia geotermica, oltre a caratterizzarsi come continua, regolare ed efficiente, si conferma tra le fonti rinnovabili più pulite. A dirlo è l’ultimo Rapporto sulla qualità dell’aria, pubblicato dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa), relativamente all’impatto degli impianti geotermici di Enel Green Power della regione Toscana.

33 centrali geotermoelettriche in Toscana

Nell’ultima decade, l’elevato potenziale geotermico ha reso le zone delle Colline Metallifere e del Monte Amiata, in Toscana, un punto di riferimento per il settore energetico italiano. Ad oggi nell’area sono, infatti, attive 33 centrali geotermoelettriche, con 37 gruppi produttivi totali. Secondo i dati forniti da Enel Green Power, gestore dei siti di produzione energetica sul territorio, qui la generazione di energia geotermoelettrica annuale è di circa 5000 MWh. Si tratta del 35,6% del totale della produzione elettrica regionale, il 27,9% dei consumi elettrici complessivi e il 79,6% della produzione elettrica da rinnovabili. Numeri che iniziano ad assumere un certo valore, soprattutto se rapportati all’impatto sull’ambiente e sulla qualità dell’aria. Riportando il caso studio della Regione, l’Snpa consente di mettere sul piatto della bilancia costi e benefici del geotermico, incluse le alterazioni sull’ambiente, fattore che non risparmia nemmeno le rinnovabili. 

Il Report: costi e benefici del geotermico

Il Report dell’Snpa prende in considerazione i dati forniti dalle centraline di monitoraggio fisse installate sul territorio sia da Enel Green Power, sia dall’Arpat, l’Agenzia regionale di protezione ambientale della Toscana. Lo scopo di queste ultime è monitorare costantemente l’aria, rilevando in particolare la presenza e la concentrazione di idrogeno solforato (H2S) e di mercurio. In via preliminare, la pubblicazione pone l’accento sulle emissioni puntuali di origine antropica presenti sul territorio toscano, e quelle generalmente diffuse, costituite dalle manifestazioni geotermiche naturali (soffioni, fumarole, putizze, sorgenti di acque caldissime, laghetti, etc.). Lo studio evidenzia come le emissioni di origine geotermica siano caratterizzate da alte percentuali di vapor acqueo e percentuali nettamente inferiori di altre sostanze, tra le quali mercurio, ammoniaca, acido borico e idrogeno solforato (H2S). 

L’importanza dell’ammodernamento degli impianti

L’analisi dei dati ha permesso di appurare, inoltre, come, grazie all’ammodernamento degli impianti e all’introduzione di tecnologie sempre più avanzate per il trattamento delle emissioni dalle centrali geotermoelettriche, sia stato possibile triplicare la produzione di energia geotermoelettrica nell’area dell’Amiata grossetana negli ultimi anni, senza di fatto modificare in modo sostanziale l’impatto sull’ambiente. Entrando nel merito, la differenza sarebbe da attribuirsi sia alla pratica della reiniezione del fluido geotermico, che permette di effettuare la “coltivazione” del serbatoio, sia all’installazione di un sistema di abbattimento del mercurio e dell’idrogeno solforato (H2S), denominato Amis. L’efficienza di abbattimento dell’Amis, installato in tutte le centrali della Toscana, è molto alta (circa del 97-99% per H2S e il 90-99% per il Hg). Inoltre nelle centrali geotermiche della zona di Bagnore (area Amiata), risulta installato e attivo anche l’impianto per l’abbattimento dell’ammoniaca (NH3), che nell’area è in partenza molto elevata.

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