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Macron investe su fusione nucleare, idrogeno bianco e impianti CCS

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La Francia lancerà presto nuovi investimenti sulla fusione nucleare, sulla produzione di idrogeno naturale, e sullo stoccaggio dell’energia e cattura della CO2.

Nuove strategie

Visitando la sede di Airbus a Tolosa, in vista del secondo anniversario del piano di investimenti France 2030, il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, parla di nuove strategie da mettere in campo quanto prima, spiegando che il governo nel 2024 si muoverà più velocemente.

Ma su cosa vuole puntare più nello specifico Parigi? Oltre i 54 miliardi di euro che saranno divisi in cinque anni per sostenere la transizione ecologica, adesso il presidente scommette sulla fusione nucleare, sulla produzione di idrogeno naturale e sullo stoccaggio dell’energia e cattura della CO2, sperando di ottenere, entro i prossimi due anni, risultati concreti su questi 3 temi di interesse globale.

Idrogeno bianco

In particolare, per ciò che concerne l’H2 Macron vorrebbe trasformare il Paese in un hub per il trasporto del carburante, ed è per questo che ha annunciato lo stanziamento di finanziamenti importanti per esplorare il potenziale dell’idrogeno bianco che si trova sotto la superficie terrestre, soprattutto dopo la scoperta del grande giacimento nella regione della Lorena, che dovrebbe contenerne circa 46 milioni di tonnellate.

Impianti CCS

Le aspettative dunque sono alte, così come le ambizioni di un Paese che sta puntando su nuove risorse che includono anche la cattura e il sequestro dell’anidride carbonica.

Parliamo di impianti CCS, fondamentali per raggiungere le emissioni zero, e per i quali la Francia sta già sviluppando partenariati, per esempio con la Norvegia.

L’obiettivo? Trasportare la CO2 catturata dalle industrie per immagazzinarla nelle acque norvegesi, in giacimenti di petrolio e gas esauriti.

Fusione nucleare

Da oltre mezzo secolo si produce energia elettrica dal nucleare attraverso la fissione, cercando di non eccedere sui costi e di impattare nel minor modo possibile a livello ambientale.

Questo però non è sempre possibile, considerando che parliamo di una reazione che potrebbe anche portare a gravi contaminazioni o alla liberazione di residui e scorie radioattive, se non tenuta correttamente sotto controllo.

Da tanti anni dunque, i ricercatori stanno provando a costruire reattori alternativi, altrettanto efficienti ma meno dannosi, ed è per questo che sta sempre più crescendo l’interesse per la fusione nucleare.

Replicare sulla Terra ciò che avviene nel Sole è un processo molto complesso e delicato, al quale stanno lavorando esperti in ogni parte del mondo. Serviranno anni per ottenere risultati efficienti in questo settore, considerato da tanti Paesi, e non solo dalla Francia, come una grande opportunità per produrre tutta l’energia elettrica della quale si necessita senza inquinare l’atmosfera.

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