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Google e Microsoft consumano più energia di oltre 100 Nazioni. L’analisi

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Da un’analisi della U.S Energy Information Administration (EIA), pubblicata sul sito Tom’s Hardware, emerge che nel 2023 Google e Microsoft hanno consumato più energia di oltre 100 Nazioni, superando 24 TWh ciascuno.

I dati

I dati in questione arrivano dalla U.S Energy Information Administration (EIA) e dai rapporti ambientali delle due aziende prese in considerazione. Parliamo di Google e Microsoft, che nel 2023 hanno superato 24 TWh ciascuno di consumo energetico, superiore dunque a quello di oltre 100 Nazioni come Islanda, Ghana e Tunisia.

È preoccupante il quadro emerso? Potrebbe esserlo considerando che, tra le ragioni, rientrano di certo i data center e i nuovi sistemi di intelligenza artificiale, destinati a crescere sempre di più nel corso degli anni. Sono tantissimi gli studi e le ricerche che evidenziano come tali tecnologie potrebbero consumare quantità di corrente più che elevate.

Si citano anche numeri compresi tra gli 85 e i 134 TWh di elettricità all’anno, equivalenti a quelli di altri Stati come l’Argentina o i Paesi Bassi. Se così fosse, parliamo dello 0,5% del consumo energetico globale.

Perché serve così tanta energia

Allora ci si chiede: perché serve così tanta energia per alimentare le innovazioni IA e di machine learning? La principale motivazione risiede nella potenza richiesta dai server, che per loro natura sono già altamente energivori.

Anche in un report pubblicato da Pure Storage, e realizzato in collaborazione con Wakefield Research, si affronta lo stesso tema presentando gli ostacoli che le aziende devono affrontare nell’adottare le innovazioni del momento, soprattutto a causa della grande elettricità necessaria.

L’inquinamento

Per non parlare poi dell’inquinamento che ne deriva di conseguenza, con maggiori emissioni di CO2 da parte delle stesse Microsoft e Google. La prima infatti, ha dichiarato a maggio di quest’anno di aver registrato una crescita del 30% dell’anidride carbonica generata, proprio per via dell’incremento della domanda energetica.

La seconda invece, ha ammesso che le sue emissioni nel 2023 sono state il 48% più elevate dei valori del 2019.

Cosa fare allora? Di certo bisogna intervenire, perché l’International Energy Agency (IEA) ha parlato di un consumo che aumenterà fino a 1.050 TWh già nel 2026, ovvero lo stesso fabbisogno di grandi Nazioni come Svezia e Germania.

Fonti alternative

Per tale motivo, tante aziende stanno già esplorando fonti alternative per sostenere gli sforzi richiesti. Per esempio, Sam Altman, CEO di OpenAi, vuole sperimentare la fusione nucleare, dopo aver dichiarato anche a margine del World Economic Forum di Davos l’impegno necessario per sostenere i progressi dell’Intelligenza Artificiale, che richiederà sempre più potenza di calcolo.

Da tutto questo, si guadagna anche più capitale a livello economico, a discapito della sostenibilità. Non è un caso che lo scorso anno Google abbia generato 305,6 miliardi di fatturato, contro i 211,9 miliardi di Microsoft.

Da entrambe le parti serve dunque più impegno per un percorso che punti davvero alla decarbonizzazione, e a un consumo energetico inferiore trovando delle soluzioni diverse per supportare l’energia che serve.

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