Roma, 05/10/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

L’AI ridisegna la geografia dei data center e dei cavi sottomarini, moltiplicando i consumi energetici

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L’IA aumenterà la domanda di energia, data center e cavi terrestri e sottomarini

Tutti parlano dell’intelligenza artificiale (AI), tutti la vogliono e soprattutto in tanti ci vedono una grande opportunità per fare business e lanciarne di nuovi. Non c’è dubbio che questa tecnologia sta cambiando la storia e lo farà sempre più rapidamente nel corso dei prossimi anni, sia a livello economico, sia sociale, ma non bisogna neanche perdere di vista la trasformazione che ha avviato.

Le grandi manovre messe in campo dalle principali Big Tech (da Google a Meta, da Amazon a Microsoft) stanno ridisegnando letteralmente la geografia dei data center, aumentando fortemente la domanda di connettività e di infrastrutture terrestri e sottomarine.

Come ha spiegato Harry Baldock su Total Telecom, l’AI porta con sé esigente di inferenza e formazione, che a loro volta impattano sull’architettura dei data center: “L’elevata richiesta di potenza di calcolo nel training delle AI ha portato ad un aumento dei server ad alta densità energetica. Questa tendenza richiede che queste infrastrutture siano ubicate dove si trovano ampie risorse energetiche e soluzioni di raffreddamento, in grande quantità”.

Poi c’è l’inferenza nei modelli di AI, che è il processo mediante il quale un modello addestrato prende decisioni basate su nuovi dati. Un processo “che si basa su una bassa latenza per l’esperienza dell’utente e che tende a concentrarsi nelle aree urbane per servire applicazioni basate sulla prossimità”.

Progettare nuovi data center

Fattori questi che hanno portato a una diversa ubicazioni dei data center, aumentando la necessità di connettività tra le reti terrestri e sottomarine.

Solo per addestrare i modelli di AI le grandi aziende sopra menzionate stanno progettando e riprogettando data center su misura per soddisfare la grande richiesta di potenza di calcolo.

Un esempio, ha sottolineato Baldock, è il modello di raffreddamento liquido dei rack AI Nvidia, che necessita di una struttura AI appositamente ridisegnata.

Un impatto non solo fisico di questa tecnologia, che cambia la disposizione dei data center su scala mondiale, ma anche energetico, che impone una riprogettazione anche delle infrastrutture.

L’impatto energetico dell’AI

Da più parti si fanno già i conti: i consumi energetici legati all’AI aumenteranno di sette volte in tutto il mondo entro il 2026, con la possibilità per i provider di data center di veder lievitare i guadagni a 12 miliardi di dollari.

Gli stessi data center vedranno crescere i consumi energetici di 200 volte entro il 2028, secondo stime diffuse da Tirias Research.

Allo tesso tempo, proprio dall’Italia potrebbe arrivare una novità interessante nei prossimi mesi. Il gruppo di ricerca ICT di Enea ha testato nel nostro Paese tecniche innovative sul proprio supercalcolatore CRESCO6 per migliorare l’efficienza energetica e le prestazioni, evitando numerose tipologie di guasti, sfruttando le funzionalità dell’intelligenza artificiale.
Chissà che proprio l’AI non ci consenta di contenere questi aumenti straordinari.

Stesso discorso per la connettività terrestre e sottomarina. È lecito attendersi un incremento della domanda di connettività transnazionale, con il relativo aumento del numero di cavi sottomarini. Tutto sta a capire dove questo avverrà e in quale condizione geopolitica, viste le tensioni multiple e crescenti tra i principali attori globali, anche per il controllo degli oceani e di tutto quello che c’è sotto.

Giornalista

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