Secondo il Renewables 2025 Report dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), la capacità mondiale di energia rinnovabile è destinata a crescere rapidamente tra il 2025 e il 2030, trainata dal solare fotovoltaico, che si conferma la tecnologia chiave della transizione energetica. Tuttavia, le tensioni geopolitiche, la fine di alcuni incentivi e i cambi normativi in Stati Uniti e Cina stanno rallentando la corsa globale verso le zero emissioni.
Le novità del Report Renewables 2025
Le proiezioni dell’IEA indicano che, nei prossimi cinque anni, la crescita delle rinnovabili sarà più rapida rispetto al periodo precedente. Nonostante ciò, l’instabilità internazionale pesa sulle stime: la capacità installata globale sarà inferiore di circa 900 gigawatt rispetto alle previsioni precedenti, con un taglio di 248 GW solo nell’ultimo anno.
USA e Cina rallentano, ma restano cruciali
Durante la presentazione ufficiale, il Direttore esecutivo dell’IEA Fatih Birol ha individuato due cause principali del rallentamento:
- Negli Stati Uniti, la fine anticipata degli incentivi fiscali federali e nuove restrizioni normative hanno frenato gli investimenti.
- In Cina, il passaggio dalle tariffe fisse alle aste competitive ha ridotto la redditività dei progetti, pur lasciando il Paese al centro della transizione verde globale.
La Cina, infatti, rimane responsabile di quasi il 60% delle nuove installazioni mondiali e potrebbe raggiungere i propri obiettivi 2035 con cinque anni di anticipo. Tuttavia, l’IEA segnala che oltre il 90% della catena di fornitura globale del solare e delle terre rare continuerà a dipendere dal gigante asiatico fino al 2030.
Fotovoltaico protagonista della transizione
Nonostante le sfide geopolitiche, il solare fotovoltaico si conferma la spina dorsale della transizione energetica mondiale. Entro il 2030, la capacità globale da fonti rinnovabili aumenterà di 4.600 GW, di cui l’80% proveniente dal fotovoltaico.
Negli Stati Uniti, invece, le previsioni di crescita sono state riviste al ribasso di quasi il 50%, penalizzate dallo stop ai crediti d’imposta eolici offshore. A compensare il rallentamento americano emergono mercati come India ed Europa, dove le politiche di incentivo e le autorizzazioni più rapide stanno accelerando lo sviluppo.







