Roma, 13/10/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

Idrogeno, il nuovo impianto italiano di GVS per produrre 320.000 tonnellate all’anno di carburante green

11
Home > News > Idrogeno > Idrogeno, il nuovo impianto italiano di GVS per produrre 320.000 tonnellate all’anno di carburante green

L’azienda emiliana GVS vuole costruire un nuovo impianto per la fabbricazione di un diaframma per sistemi di elettrolisi alcalina dell’acqua. Lo scopo? Produrre idrogeno pulito e fortificare l’importanza del settore per tutto il Paese.

Il nuovo diaframma

Il nuovo diaframma proposto dalla società emiliana GVS sarà sviluppato internamente dal dipartimento Ricerca & Sviluppo dell’azienda, al fine di offrire elevate prestazioni in termini di durata, conduttività elettrochimica e separazione dei gas. Ma di cosa si tratta nello specifico?

Parliamo di un componente chiave per dividere l’acqua in idrogeno e ossigeno, e dunque per il processo di elettrolisi. La sua funzione è quella di rappresentare una barriera tra gli elettrodi per impedire un mix dei gas prodotti nella reazione, ma garantire comunque il passaggio degli ioni.

Alla fine, l’H2 generato nell’elettrodo negativo (catodo), così come l’ossigeno prodotto in quello positivo (anodo), potranno essere raccolti separatamente, senza creare confusione e garantendo la buona riuscita del sistema.

La composizione

Riguardo invece la composizione dei diaframmi, si usano spesso materiali porosi e permeabili per realizzarli, come fibre di cellulosa o polimeri ionici. Tale scelta è comunque significativa, essendo in grado di influenzare l‘efficienza complessiva del processo.

Adesso, il nuovo impianto italiano servirà proprio per fabbricare tale componente e ottenerne alla fine 4 GW all’anno di capacità. Si parla nello specifico di 320.000 tonnellate di combustibile verde.

Sull’investimento per il progetto, si prevede di spendere ben 4 milioni di euro, sperando di poter lanciare, a livello commerciale, il prodotto verso la metà del 2025.

Strategia Europea sull’idrogeno

In termini di ricavi però, questi arriveranno a partire dall’anno 2026, rispettando comunque le norme e gli obiettivi della Strategia Europea sull’idrogeno. Questa include una serie di iniziative e politiche sviluppate proprio a sostegno del vettore energetico, parte integrante del Green Deal per rendere l’Europa neutrale dal punto di vista climatico al 2050.

Tra le ambizioni da soddisfare poi, anche il raggiungimento di una capacità installata di elettrolizzatori di 40 GW entro il 2030, e anche per questo GVS presenterà una richiesta di finanziamento al Fondo Europeo per l’Innovazione (EU Innovation Fund).

Non bisogna dimenticare che la collaborazione, anche con altri Paesi e organizzazioni internazionali, rientra proprio tra gli scopri prefissati per promuovere lo sviluppo dell’industria dell’idrogeno, adottando anche regole e politiche comuni.

Investire sul combustibile pulito

Investire sul combustibile pulito è dunque ormai uno degli obiettivi primari a livello mondiale. Difatti, nella nuova ‘Delegated Regulation on Union-wide rules for harmonised free allocation of emissions allowances’ pubblicata il 4 aprile sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, la Commissione ha stabilito che, dal 2025, anche i produttori di H2 green e derivati riceveranno i certificati per la CO2, al pari dei loro colleghi-competitor fossili.

Parliamo di un incentivo importante che vuole promuovere le attività di assorbimento dell’anidride carbonica sia con tecnologie industriali, sia con metodi naturali, come accade nell’agricoltura o nella silvicoltura.

Condizioni di maggiore parità

Sfruttando così diversi tipi di tecniche, come lo stoccaggio permanente, si potrebbe contribuire a una più rapida decarbonizzazione creando, allo stesso tempo, condizioni di maggiore parità tra tutti gli operatori, sia per chi produce idrogeno rinnovabile, sia per chi sta pian piano sostituendo i fossili con combustibili più green.

Anche la Renewable Hydrogen Coalition ha accolto con favore l’intervento normativo di Bruxelles. Cosa succederà adesso?

Articoli correlati