Roma, 03/10/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

La Cina guida la domanda e l’offerta delle turbine eoliche onshore nel mondo

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Nei primi sei mesi del 2024 gli ordini per le turbine eoliche a terra hanno toccato, a livello globale, quota 91,2 GW (report di Wood Mackenzie). Il merito va ascritto in particolare alla crescente domanda di aerogeneratori da parte di Pechino. Intanto, oltreconfine, il Regno Unito ha eliminato il divieto sui parchi eolici onshore.

Aumenta sensibilmente la domanda cinese

Dal report di Wood Mackenzie sugli ordini delle turbine eoliche onshore (rapporto i cui dati sono stati visibili sul sito della società di analisi) emerge che – a livello globale – i nuovi acquisti eolici sono cresciuti in modo deciso. Nel dettaglio, durante il primo semestre del 2024 gli ordini delle turbine eoliche onshore corrispondono a un totale di 91,2 GW, registrando un incremento del 23% rispetto al periodo gennaio-giugno 2023.

Su tali numeri impatta (ed è inevitabile) l’aumento della domanda europea (+11%), ma il vero cambio di passo riguarda gli ordini provenienti da Pechino: grazie a una domanda interna di aerogeneratori per oltre 70 GW, la Repubblica popolare cinese si appresta a replicare il successo 2023, anno in cui è riuscita ad installare ben 69 GW di eolico a terra (considerando i 106 GW realizzati a livello globale).

In questo 2024, tutto fa intendere che la Cina voglia frantumare il suo stesso record. Il vicepresidente per la ricerca globale sulle energie rinnovabili presso Wood Mackenzie, Luke Lewandowski, rimarca: “Gli OEM (Original Equipment Manufacturer) cinesi continuano a infrangere record per l’acquisizione di ordini su attività sia a livello nazionale sia all’estero”.

Quindi Lewandowski fa riferimento agli OEM occidentali che, al contrario, stanno combattendo per tenere il passo, sfidati dai vantaggi competitivi della Cina in termini di prezzi e disponibilità. La domanda debole nei mercati occidentali, così come l’incertezza politica, l’inflazione e altre pressioni sui costi, hanno anche ridotto l’attività in Europa e negli Stati Uniti”.

La più grande centrale eolica onshore in Cina

Alla fine del 2023, la Cina – alla quale si deve il primo impianto petrolchimico alimentato dal vapore di un reattore nucleare – ha “aperto” alla produzione a pieno regime di un impianto eolico con una capacità di generazione di energia elettrica superiore a 10 miliardi di chilowattora (kWh) all’anno, collegato alla rete nella regione autonoma della Mongolia Interna, nella Cina settentrionale. Si tratta della la più grande base per l’energia eolica onshore ad oggi in funzione nel Paese.

L’elettricità generata dall’impianto (il cui progetto è stato realizzato dal principale operatore di energia nucleare nazionale, la China General Nuclear Power Corporation) – è ecologica ed equivale a una riduzione del consumo di carbone standard di circa 2,96 milioni di tonnellate (nonché alla prevenzione dell’emissione di circa 8,02 milioni di tonnellate di anidride carbonica). L’impianto costituisce parte della prima serie di grandi basi di energia eolica e solare progettate per le regioni desertiche del Paese.

Semaforo verde del Regno Unito all’eolico onshore

Etichettandole come “assurde” restrizioni da parte dei conservatori, in estate il governo laburista del Regno Unito ha eliminato un vero e proprio “blocco” sui parchi eolici onshore, schiudendo le porte all’opportunità che ogni abitazione britannica venga alimentata da energia green. In particolare, i laburisti ammettono che si consulteranno per decretare se i grandi parchi eolici debbano essere ritenuti progetti infrastrutturali di rilevanza nazionale.

Ciò significa che in futuro verranno approvati da Ed Miliband, il segretario all’Energia del governo laburista di Keir Starmer, e non più dai piuttosto consigli locali. Dunque, niente più restrizioni come quelle previste (nel 2015) dall’ex primo ministro David Cameron, le quali prevedevano che una sola obiezione alla pianificazione potesse porre la parole fine a un progetto.

C’è di più. Una ricerca pubblicata il 9 aprile scorso da Friends of the Earth e da ricercatori dell’Università di Exeter rileva che, sfruttando meno del 3% del territorio inglese per l’eolico e il solare onshore, si potrebbe produrre una quantità di energia pulita 13 volte superiore a quella generata oggi. Una mole sufficiente ad alimentare due volte tutte le famiglie inglesi.

In Europa, intanto, la Svezia apre agli incentivi governativi per i parchi eolici onshore. Il governo, infatti, ha messo un punto un sistema di finanziamento che incentivi i Comuni, coinvolgendo i cittadini, a rafforzare le misure volte a raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni entro il 2045.

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