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Eolico, Umbria: a Gubbio, la prima CER alimentata dalla forza del vento

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Gubbio, in Umbria, ospiterà la prima Comunità Energetica Rinnovabile (CER) sostenuta dall’eolico, candidandosi contestualmente a divenire un esempio virtuoso di ‘transizione energetica dal basso’.

Umbria, pioniera nel settore

Gubbio, città di oltre 30.000 abitanti in Umbria, ospiterà il primo progetto di Comunità Energetica Rinnovabile (CER) dell’Italia alimentata da un impianto eolico. Il piano sarà un altro tassello di uno scenario ben più ampio.

Il sostegno arriverà infatti direttamente dalla turbina collettiva del Castiglione (Gubbio), la più grande della penisola, con capacità di 999 Kilowatt (kW). I 2,3 Gigawattora annui (GWh) prodotti attesi, copriranno il fabbisogno di 900 famiglie, evitando l’emissione di oltre 1.000 tonnellate di CO2 annuali. Realizzata nel 2023, è stata ultimata a due anni da quella del Cerrone, da 900 kW di potenza.

In entrambi i casi, la realtà promotrice e realizzatrice – sfruttando l’orografia collinare della zona – è stata la cooperativa ènostra, fulcro della stessa nuova CER umbra. Nei limiti del possibile, inoltre, si è cercato di rispettare le esigenze della flora e della fauna locali.

CER, le nuove frontiere della transizione energetica

Il concetto di CER s’inserisce pienamente nel paradigma del decentramento energetico, imperniato sulla ‘figura’ del prosumer. Ossia, quella capacità diffusa, da parte dei consumatori, di partecipare attivamente al processo di produzione di un determinato bene o servizio, come per l’appunto l’energia elettrica.

Da qui, il disegno eugubino, volto a promuovere un modello produttivo diverso, su base ‘aggregativa’. Al netto dei limiti e delle specificità del territorio umbro, questo settore dispone di notevoli margini. Ancora nel 2022, infatti, secondo Legambiente le configurazioni in esercizio, nell’Italia, erano 67.

La volta del 2024

Il passaggio decisivo, tuttavia, è arrivato nel Gennaio 2024, con l’entrata in vigore definitiva del [c.d.] decreto CER, il numero 414, del Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica (MASE). L’atto ha in effetti disciplinato due modalità di incentivi, tra loro cumulabili.

In primo luogo, ha varato un contributo a fondo perduto, fino al 40% dei costi ammissibili, finanziato dal PNRR. Il contributo sarà indirizzato verso quelle comunità che disponessero di impianti costruiti in comuni con meno di cinquemila abitanti. Il tutto, a supporto dello sviluppo di 2 GW complessivi.

Dall’altra parte, si è definita una tariffa incentivante sull’energia rinnovabile prodotta e condivisa nell’intero territorio nazionale. L’obiettivo del provvedimento – nell’insieme dei dei due benefici citati – sarà quello di arrivare ai 5 GW complessivi, fino al 2027, di impianti ‘verdi’.

Gubbio, dunque, ha posto in essere quelle novità che, anche a livello europeo, sono sempre più centrali nei processi di efficientamento e di decarbonizzazione. Lo scenario umbro potrà essere un valido riferimento, nella misura in cui sempre più realtà locali porranno la loro attenzione sulla riconfigurazione dei rispettivi territori.

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