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Semiconduttori e industria dei chip, hub pilota a Catania per un investimento da 212 milioni di euro

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Il ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) ha parlato di un nuovo progetto a Catania sui semiconduttori, con l’idea di dar vita a una linea pilota che spinga sull’uso di nuovi materiali per automotive e rinnovabili. Il via libera arriva anche dall’UE.

Il progetto della Linea Pilota di Catania

Sul progetto della Linea Pilota di Catania arriva il via libera dell’Unione europea, che continua a scommettere su iniziative per mantenere il Vecchio Continente competitivo nel campo dei semiconduttori.

Adesso, l’idea è puntare sull’uso di nuovi materiali come il carburo di silicio o il nitruro di gallio, considerati molto importanti per le loro proprietà e le possibili applicazioni.

Lo sviluppo della tecnologia moderna

Il primo in particolare, è perfetto soprattutto per la mobilità e i dispositivi ad alta tensione, dove è necessaria una maggiore efficienza energetica e resistenza a temperature estremamente elevate. Per questo, viene utilizzato soprattutto sui veicoli elettrici ma anche per altre fonti di energia rinnovabile.

Il nitruro di gallio invece, è ideale per tecnologie ad alta frequenza come amplificatori o comunicazioni wireless ad alta velocità, come il 5G. Entrambi comunque, giocano ruoli cruciali per lo sviluppo della tecnologia moderna, consentendo di ottenere dei prodotti dalle prestazioni più elevate e veloci.

180 milioni di fondi europei

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in seguito alla valutazione positiva da parte della Chips Joint Undertaking europea, ha spiegato che quella siciliana sarà una delle 4 linee pilota promosse in ambito Chips Act, grazie al lavoro portato avanti non solo dall’Italia ma da altri Paesi quali Finlandia, Polonia, Svezia, Austria, Francia e Germania.

L’obiettivo finale è realizzare un impianto innovativo e specializzato nella ricerca di materiali da cui poter realizzare tecnologie più sostenibili, investendo circa 180 milioni di euro di fondi europei, ai quali si aggiungeranno ulteriori finanziamenti statali e privati. Il totale dunque, ammonterà a 360 milioni, di cui circa 212 saranno utilizzati per lo stabilimento di Catania.

La legge del Chips Act

Per comprendere l’importanza del nuovo sito, bisogna prima conoscere la legge del Chips Act, finalizzata a migliorare la produzione di semiconduttori e a promuovere la competitività nel settore.

In questo, il nuovo impianto siciliano, con a seguito tutti gli altri che si verranno a costituire, sarà fondamentale, soprattutto adesso che è arrivata l’approvazione delle istituzioni europee e tutto sta iniziando a concretizzarsi.

Lo stesso ministro Urso ha evidenziato quanto il progetto rappresenti un traguardo importante, per mettere in luce come, le competenze industriali e la collaborazione istituzionale, possono porre l’Italia in una posizione di leadership a livello globale.

Il rafforzamento e la creazione di queste strutture

Il MIMIT ha poi spiegato che le linee pilota sono vere e proprie fucine di ricerca allo scopo di ottenere microchip avanzati, per fortificare la competitività dell’Europa.

A tale scopo infatti, l’UE promuove il rafforzamento e la creazione di queste strutture con degli appositi bandi programmati, e per un valore totale di 1,67 miliardi di euro che raddoppieranno fino a 3,3 miliardi, con l’aiuto di tutti gli altri Stati membri.

Maxi investimento da 3,2 miliardi

L’Etna Valley italiana si prepara così ad essere protagonista delle nuove frontiere dell’innovazione tecnologica, e dello sviluppo dell’industria europea dei chip.

Al momento intanto, l’attenzione è anche sul maxi investimento da 3,2 miliardi da parte dell’asiatica Silicon Box, al fine di avviare un impianto produttivo di chiplet, il primo del suo genere in Europa, localizzato direttamente nel Nord Italia. Sono tre le regioni in lizza: Lombardia, Piemonte e Veneto. 

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