Roma, 13/05/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

Ricarica auto elettriche: ricavi globali a oltre 164 miliardi di dollari entro il 2035

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La nuova ricerca della società di Intelligence Tecnologica globale ABI Research: le entrate derivanti dalla ricarica pubblica dei veicoli elettrici cresceranno fino a oltre 164 miliardi di dollari entro il 2035.
LEGGI QUI LO STUDIO.

I dati della ricerca

I dati della ricerca sulla quale hanno lavorato gli esperti di ABI Research, società di Intelligence Tecnologica che compie studi e analisi sulle ultime tendenze e innovazioni, parlano di entrate provenienti dai sistemi di ricarica pubblica per EV davvero elevate.

In particolare, nel rapporto si legge che, entro il 2035, i veicoli elettrici rappresenteranno il 27% di tutte le auto immatricolate, e questo richiederà un massiccio aumento delle infrastrutture per supportarli, quali stazioni o colonnine.

Dylan Khoo infatti, analista della società americana, ha spiegato che l’adozione di questo genere di autovetture sarà sempre più in crescita, raggiungendo una quota di mercato storica del 38% in Cina e del 21% nell’Ue.

Con l’avanzare di tale tendenza, diventerà dunque sempre più importante la ricarica pubblica per soddisfare le esigenze di tutti, con ricavi globali che, secondo il report, arriveranno a oltre 164 miliardi di dollari tra i prossimi 10 anni.

Come ricaricare le auto

Ma come ricaricare le auto ad oggi? I sistemi più diffusi sono le stazioni e le colonnine pubbliche installate in strada. Come infrastrutture a supporto della e-mobility, l’analisi di ABI Research mostra però che, a livello globale, i caricabatterie a corrente alternata più lenti, che erogano fino a 7 kW, costituiranno solo i due terzi dell’energia totale generata, la cui maggioranza proverrà invece da quelli a corrente continua, dalla potenza di 50-400 kW.

Quasi tutte le pile, anche quelle per esempio degli smartphone, sono difatti alimentate in questo modo. Quello che determina dunque la differenza sostanziale tra corrente continua e alternata, oltre la variabilità o meno della tensione, è la modalità di conversione dell’elettricità fornita dalla rete, che deve prima essere trasformata, e poi stoccata nella pila del veicolo.

Per i ricercatori, i DCFC (Direct Current Fast Charging), saranno responsabili di oltre il 70% dei ricavi generati dal settore da qui ai prossimi anni, almeno secondo le previsioni.

L’Italia

La mobilità elettrica sta comunque crescendo in tutto il mondo. L’Italia, secondo delle rilevazioni pubblicate quest’anno da Ernst&Young, è seconda solo alla Cina per propensione dei consumatori all’acquisto di EV o mezzi ibridi.

Poco più di un mese fa poi, si è concluso nel Belpaese un progetto che prevede l’installazione di 4 nuovi punti di ricarica da 200 kW nell’area di servizio Bevano Est, sulla A14 Bologna-Taranto.

Su tutta la Nazione inoltre, in base all’ultima analisi effettuata dall’associazione di categoria nazionale Motus-e, al terzo trimestre del 2023 risultavano installati sul territorio italiano ben 47.228 punti, con percentuali così distribuite: 56% a Nord; 21% nel Centro; 23% a Sud.

Esistono comunque due differenti tipi di colonnine ben distribuite su tutte le Regioni: quelle che forniscono energia in corrente alternata direttamente a bordo del veicolo, da massimo 22 kW e dalle tempistiche piuttosto lunghe; e quelle che invece permettono di avere una ricarica ad alta potenza e alta velocità a corrente continua, seguendo lo standard più diffuso in Europa sui mezzi attualmente in commercio. Quali saranno i prossimi sviluppi?

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