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In India cresce il fotovoltaico ma si rilancia sul carbone. Una strana contraddizione?

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L’India annuncia di aver raggiunto l’autosufficienza nella produzione di moduli solari, con una capacità installata di 50 GW. Tuttavia, secondo dei dati emersi in un rapporto IEA, il Paese si connota sempre più come l’unico in grado di influenzare la domanda di petrolio a livello globale.

Come si sta muovendo l’India

Non è semplice capire come si sta muovendo l’India nello scenario internazionale, considerando che di recente Bhagwanth Khuba, ministro di Stato per le Energie Nuove e Rinnovabili, ha evidenziato la crescita delle FER in un Paese ancora fortemente dipendente dalle importazioni di petrolio greggio.

Secondo quanto comunicato da Khuba, la capacità installata di pannelli solari è salita a circa 50 GW adesso, superando di 5 volte la produzione europea. Questo sottolinea di certo dei progressi nazionali compiuti nell’ambito della sostenibilità, ma non cancella l’influenza che l’India potrebbe avere nel mercato petrolifero mondiale.

I dati IEA

Secondo alcuni dati IEA emersi dal rapporto ‘Indian Oil Market – Outlook to 2030’, lo Stato ricoprirà nei prossimi anni una posizione privilegiata in questo settore, portando a implicazioni significative per la sicurezza energetica del territorio.

Secondo le previsioni dell’Agenzia, il Paese asiatico rappresenterà oltre un terzo della crescita della domanda globale di petrolio, influendo così sul commercio del greggio con piani di investimento nell’industria della raffinazione ed in quella petrolchimica.

Questa sorta di doppio gioco tiene conto del fatto che il governo deve far fronte a un rapido e ingente aumento di domanda energetica che, se soddisfatta per lo più da combustibili fossili, potrebbe compromettere gli obiettivi climatici mondiali. Dunque è come se lo Stato si trovasse adesso dinnanzi a un bivio, alla ricerca di un equilibrio difficile da trovare al momento.

Cosa succederà

Qualcosa si sta muovendo di certo nell’ambito rinnovabili, ma è anche vero che le preoccupazioni per gli approvvigionamenti stanno portando il ministero dell’Energia indiano a prendere delle decisioni piuttosto allarmanti, come la messa in funzione, nel 2024, di nuove centrali elettriche a carbone, per una potenza complessiva di 13,9 GW.

Per l’agenza Reuteurs, si tratta dell’incremento annuo più elevato che sia mai stato registrato negli ultimi 6 anni, con 38 impianti da realizzare e già in ritardo per alcuni problemi burocratici. C’è dunque la probabilità che il carbone rimanga per il Paese la risorsa energetica dominante, e parliamo di una fonte che produce già a livello territoriale oltre il 70% dell’elettricità al momento a disposizione.

Cosa succederà non si sa, ma è vero che in un certo senso è come se il governo di Nuova Delhi avesse dimenticato i buoni propositi annunciati durante la COP28.

Lo Stato infatti non è riuscito a centrare il target dei 175 GW di capacità green da raggiungere al 2022, ma è convinto adesso di poter arrivare a 100 GW di energia generata dai pannelli fotovoltaici entro il 2026. Come? Attraverso uno schema di incentivi fiscali che sarà da valutare e da analizzare, per tentare di capire se davvero la Nazione, bloccata in quel bivio, prenderà alla fine la giusta direzione.

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