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Auto elettriche, un nuovo materiale italiano per realizzare batterie più sostenibili ed efficienti

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Dal progetto Fenice di Enea arriva un nuovo materiale composito per i contenitori delle batterie al litio. L’obiettivo? Renderle più sicure, efficienti e sostenibili, anche grazie al supporto di 10 partner tra cui il Centro Ricerche Fiat (CRF).

Protezione meccanica, termica e chimica

Grazie al nuovo materiale composito fibro-rinforzato e parte del progetto Fenice di Enea, è possibile ottenere dei contenitori per le batterie più green ed efficienti a livello energetico. Ma di cosa stiamo parlando nello specifico?

Si tratta di particolari involucri appositamente realizzati per fornire protezione meccanica, termica e chimica a tali dispositivi, allo scopo di preservarli dalle vibrazioni, dagli urti e da altri fattori di stress causati dall’utilizzo e dal trasporto.

Entra poi in gioco anche l’isolamento termico, considerando che le pile possono generare calore soprattutto durante la carica e la scarica ad alta potenza. I contenitori in questo caso possono aiutare a dissipare la produzione in eccesso garantendo alle batterie maggiore sicurezza, ed evitando così cortocircuiti o altre problematiche elettriche.

Contenere una perdita e prevenire danni

Ci sono poi i classici dispositivi, come quelli agli ioni di litio, soggetti più che mai a rischi di fuoriuscita di elettroliti, nel caso di eventuali guasti. In tali circostanze, solo un involucro realizzato correttamente può contenere una perdita e prevenire danni ai componenti stessi del prodotto, oltre che all’ambiente circostante.

Cosa usare allora per costruire queste custodie? Bisogna adoperare dei materiali che siano davvero in grado di proteggere le tecnologie, come il composto elaborato da Enea con altri 10 partner tra cui il Centro Ricerche Fiat (CRF) e Crossfire, ovvero l’azienda italiana che lo ha brevettato.

Sistema di ‘pre-preg riciclabile’

L’invenzione si basa su un sistema di ‘pre-preg riciclabile’, termine utilizzato per definire dei materiali costituiti da fibre rinforzate e immersi in una resina.

A rendere l’operazione di riciclaggio possibile è infatti l’utilizzo di composti facilmente separabili tra loro, come fibre di carbonio o di vetro usate insieme a resine termoplastiche o biodegradabili, da poter poi riutilizzare per dei nuovi prodotti.

In questo modo non solo si ottengono delle pile più sicure, ma soprattutto si protegge l’ambiente, favorendo il recupero dei componenti.

Nel composito poi sperimentato da Crossfire, la resina sintetica è ricavata principalmente dal PET, ovvero dalla plastica proveniente da bottiglie utilizzate, con il vantaggio non solo di ridurre le emissioni, ma anche di assicurare un basso consumo energetico delle batterie.

Il primo test e gli sviluppi futuri

Il primo test del prodotto nato dal progetto Fenice è stato sperimentato dall’azienda italiana Tacita Motorcycles, specializzata in veicoli elettrici. Il risultato? Ottime prestazioni garantite anche durante le attività sportive, come quelle delle moto che hanno partecipato alla gara Dakar 2024.

Per quanto riguarda gli sviluppi futuri, si potranno di certo raggiungere traguardi ancora più importanti se si continuerà a lavorare in questa direzione. Di certo, quest’innovazione italiana ha già dato prova di poter soddisfare i requisiti richiesti, in merito alle tecnologie e componenti necessarie per le EV.

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