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IEA, Minerals Outlook 2024: scende il prezzo delle batterie(14%), ma rallentano gli investimenti

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Secondo il Global Critical Minerals Outlook 2024, l’ultimo rapporto sulle materie prime critiche funzionali alla transizione energetica pubblicato dall’IEA, a fronte del calo dei prezzi dell’ultimo anno non si è registrato un aumento degli investimenti. I nuovi scenari rilevati dall’Agenzia evidenziano la necessità di destinare ulteriori fondi all’estrazione di minerali chiave per la realizzazione di veicoli elettrici, pannelli solari, turbine eoliche. 

Il ruolo centrale delle materie prime 

Il futuro della transizione energetica dipende soprattutto dagli investimenti nelle materie prime. In particolare, nei minerali utilizzati nelle tecnologie energetiche pulite. A dirlo è il nuovo report dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), che a fronte del calo dei prezzi registrato nell’ultimo anno, evidenzia comunque la necessità di destinare fondi, maggiori e più diversificati, agli sforzi volti a raggiungere gli obiettivi energetici e climatici dell’Agenda 2030. A tal fine risultano essenziali i minerali destinati ai veicoli elettrici, alle turbine eoliche, e ai pannelli solari, quali litio, rame, nichel, elementi di cobalto, grafite e terre rare.

Global Critical Minerals Outlook 2024

Il Global Critical Minerals Outlook 2024, il rapporto pubblicato oggi (17 Maggio 2024) dall’International Energy Agency offre nuove prospettive a medio e lungo termine per il mercato dei minerali il cui ruolo è considerato centrale nella transizione energetica. Inoltre, a quest’ultimo Outlook è stata associata una versione aggiornata del Critical Minerals Data Explorer dell’IEA, uno strumento online interattivo che consente agli utenti di esplorare le ultime proiezioni. Fortunatamente, ad oggi, non si registrano grandi ripercussioni dovute all’impennata dei prezzi dei minerali critici verificatasi durante la pandemia. I livelli sono tornati accettabili, con riduzioni particolarmente significative per quel che riguarda i materiali utilizzati per produrre le batterie. Più nello specifico, il prezzo del litio è sceso del 75% e i prezzi di cobalto, nichel e grafite del 30%45%, contribuendo a ridurre i costi delle batterie del 14%

Domanda ed offerta

Il calo dei prezzi, sottolinea l’Agenzia, non è dovuto però ad una riduzione della domanda, bensì da un forte aumento dell’offerta globale. Il rapporto rileva anche come, sebbene i prezzi più bassi costituiscano in sé una buona notizia per i consumatori, il ribasso tendenzialmente non attira nuovi investimenti. In merito ad estrazione dei minerali critici ed esplorazione, ad esempio, nel 2023 sono cresciuti più lentamente dell’anno precedente: rispettivamente del 10% e del 15%. Secondo l’Outlook la dimensione odierna del mercato dei minerali chiave per raggiungere il net zero, trainata dalla diffusione delle nuove tecnologie pulite, è destinata a più che raddoppiare, raggiungendo i 770 miliardi di dollari entro il 2040.

Uno scenario incerto

L’analisi dettagliata, progetto per progetto, fornita dall’IEA, suggerisce che i lavori annunciati sono sufficienti a soddisfare solo il 70% del fabbisogno di rame e il 50% del fabbisogno di litio nel 2035, in uno scenario in cui i Paesi di tutto il mondo riescano effettivamente a  raggiungere i propri obiettivi climatici nazionali. I mercati degli altri minerali sembrano più equilibrati, tuttavia si prevede che la Cina mantenga anche in futuro la propria posizione di leadership in ambito raffinazione e lavorazione.

Quattro dimensioni chiave

L’ultimo Outlook IEA fornisce una valutazione del rischio unica nel suo genere, esaminando quattro dimensioni chiave: 

  1. rischi di approvvigionamento, 
  2. rischi geopolitici, 
  3. ostacoli alla risposta alle interruzioni dell’approvvigionamento ed esposizione a fattori ambientali, sociali e di governance (ESG)  
  4. rischi climatici. 

Il litio e il rame risultano essere i minerali più vulnerabili ai rischi legati all’offerta e ai volumi, mentre la grafite, il cobalto, le terre rare e il nichel si trovano ad affrontare rischi geopolitici più sostanziali. Per la grafite in particolare, l’attuale pipeline di progetti indica che l’offerta disponibile (al di fuori dell’attore dominante) soddisferà solo il 10% del fabbisogno nel 2030, rendendo gli obiettivi di diversificazione annunciati molto difficili da raggiungere. Quasi tutti i suddetti minerali, invece, sono esposti ad elevati rischi ambientali.

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