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Fotovoltaico supera di cinque volte il nucleare a livello mondiale. Il Rapporto WNISR 2024

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Il World Nuclear Industry Status Report (WNISR) 2024 ha sottolineato come, a livello globale, il fotovoltaico installato abbia raggiunto una dimensione cinque volte superiore al nucleare, al netto di una crescita di quest’ultimo.

Non solo una questione di numeri

Il fotovoltaico installato a livello globale ha superato di cinque volte il nucleare, secondo quanto pubblicato nel World Nuclear Industry Status Report (WNISR) 2024. Una conclusione che ha dato adito a non poche riflettessioni, anche alla luce dei dibattiti attuali sui piccoli reattori modulari (SMRs).

Pur a fronte di un aumento registrato nel 2023, la produzione nucleare (abbastanza localizzata) è infatti stata minore ai livelli del 2019 e del 2021. Alla fine dello scorso Giugno, i reattori operativi erano 408 – trenta in meno rispetto al picco del 2002 – e rappresentavano 367 Gigawatt (GW) di potenza installata in tutto il Mondo.

Meno di un quarto, però, se paragonati agli 1,6 Terawatt (TW) di capacità fotovoltaica operativa, sempre globalmente, alla fine del 2023. Le stime sul 2024 vedrebbero la soglia tendere verso l’1,9 TW. Significa cinque volte tanto la potenza nucleare installata. Del resto, gli investimenti globali in rinnovabili equivarrebbero a ventisette volte quelli per le nuove centrali nucleari.

Il ‘caso’ della Cina

Più nel dettaglio, per spiegare l’andamento del fenomeno, lo studio si è soffermato sul ‘caso’ della Cina. Il Paese asiatico – al 2022 – produceva il 4,7% della sua elettricità con il nucleare (dati IEA).

Dal dicembre 2019 alla metà del 2024, nella sola Cina, sono stati definiti 22 progetti per la costruzione di nuovi reattori. L’esatto ordine di grandezza, però, si scorge nel momento in cui si è sottolineato come nel 2023, un solo nuovo reattore sia stato avviato, l’equivalente di 1 GW. Per contro, la potenza del solare messo in funzione è stata pari a 200 GW.

Così il WNISR: “In Cina, il solare ha generato 578 Terawattora (TWh) di energia, il 40% in più rispetto al nucleare. Tutte le fonti rinnovabili non idroelettriche, in particolare l’eolico, il solare e le biomasse, hanno dato un contributo quattro volte in più che il nucleare“. Sui costi delle batterie, poi, “entro il 2025, questi dovrebbero scendere al di sotto di quelli delle centrali a carbone e nucleari“.

Più che una tendenza

La realtà sinica ha trovato nell’Europa un’importante corrispondenza. L’eolico, nell’Unione Europea, è divenuto il secondo fattore produttivo di energia elettrica, superando il Gas. Nel primo semestre del 2024 – a livello comunitario – il 44% della stessa è derivata dalle rinnovabili.

Congiuntamente, gli impianti solari ed eolici hanno prodotto 721 TWh, a fronte dei 588 TWh da nucleare. Inoltre, per la prima volta in assoluto, le rinnovabili non idroelettriche hanno avuto un ‘peso’ superiore all’insieme dei fossili.

Persino la produzione dei carburanti classici ha avuto un calo record del 19%, il livello più basso di sempre.

Il richiamo del dibattito politico

A fronte di numeri e tendenze così nette, sarà interessante capire come si porrà il dibattito politico. Specialmente in quei paesi, come l’Italia, dove l’attuale maggioranza di Governo si è dimostrata favorevole ad un nuovo piano di investimenti sul nucleare.

Nel nostro caso, però, l’ostacolo è che si dovebbe ripartire praticamente da zero, assumendo una postura radicalmente opposta alle tendenze mondiali. Non è detto, a quel punto, che lo scenari si dimostri allora attrattivo, considerando pure le eventuali necessità degli investitori privati.

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