Roma, 14/05/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

Nucleare, cosa c’è dietro ai ritardi finanziari della Banca europea per gli investimenti?

11nucleare pulito
Home > News > Nucleare > Nucleare, cosa c’è dietro ai ritardi finanziari della Banca europea per gli investimenti?

Al vertice internazionale sull’energia nucleare, la BEI (Banca europea per gli investimenti) esita dinnanzi alle richieste di finanziamenti legati al settore. Confermati invece quelli sulle rinnovabili, che restano comunque una priorità. Quali le ragioni?

Maggiore certezza sul capitale a disposizione

Il Nuclear Energy Summit 2024 a Bruxelles è stata l’occasione per valutare il ruolo del vettore in vista dei prossimi obiettivi green da soddisfare. In questo contesto, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, rilancia l’importanza dell’atomo per arrivare a una più rapida transizione, soprattutto grazie ai piccoli reattori modulari (SMR).

Ma la pensa allo stesso modo la BEI (Banca europea per gli investimenti)? Sembrerebbe di no, considerando il ritardo sui finanziamenti per nuovi progetti legati allo sviluppo del settore.

A chiedere supporto sono 40 delegazioni ufficiali provenienti anche da Cina, India e Stati Uniti, che con altri importanti leader chiedono maggiore certezza sul capitale a disposizione.

1.000 miliardi di euro

Per quanto riguarda in generale l’elettricità pulita, la BEI sta investendo 1.000 miliardi di euro al 2025, puntando su progetti che mirano alla sostenibilità ambientale e dunque anche al contrasto dei cambiamenti climatici.

Anche quelli con focus sull’energia dell’atomo potrebbero essere in teoria ammissibili ai finanziamenti, ma su questo sembra che la Banca stia parecchio esitando.

Le ragioni? Di certo le sfide legate soprattutto alla sicurezza, considerando che il vettore energetico presenta dei rischi definiti ‘altissimi’ dalla stessa Istituzione. Il suo vicepresidente, Thomas Östros, ha infatti dichiarato durante il Summit che le rinnovabili saranno la priorità da qui al 2030.

Cosa accadrà

Cosa accadrà dunque non si può ancora sapere. La Commissione europea, incaricata di fornire un parere su qualsiasi finanziamento della BEI, è molto propensa ad accogliere nuove iniziative sul nucleare di quarta generazione, ma ciò non basta.

Aumenteranno per certo le pressioni sui finanziamenti da ottenere, che continuano a ritardare anche dopo l’appello lanciato a inizio marzo dall’Alleanza Nucleare guidata dalla Francia.

L’approvazione di tutti gli Stati membri

Gli investimenti tra l’altro, richiedono sempre l’approvazione di tutti gli Stati membri, ed è quindi anche su questo aspetto che si dovrà lavorare spingendo difatti i Paesi contrari a ricredersi sull’importanza dell’atomo.

Le proiezioni dell’Esecutivo Ue mostrano in realtà che le fonti alternative sono integrate, in maggioranza, dall’energia nucleare, che potrebbe così costituire la spina dorsale della produzione elettrica europea al 2050. Ma si vedrà solo con il tempo in quale direzione andrà il vettore.

Articoli correlati