Roma, 08/12/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

Eolico offshore, accordo strategico tra l’italiana Renexia e la cinese MingYang

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Secondo il ministero delle Imprese del made in Italy la Newco in questione punta a realizzare un sito produttivo che, secondo le stime, darà occupazione a 1.100 persone, con un investimento stimato pari a circa 500 milioni di euro.

L’accorro al Mimit sull’eolico off-shore italo-cinese

In Italia sono tenuti nel cassetto 87 progetti di eolico offshore, per un totale di 76 GW, secondo quanto riportato dal portale delle Valutazioni e Autorizzazioni Ambientali del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica.

Un potenziale enorme, che va solo sbloccato, non solo per contribuire fattivamente alla generazione di energia pulita e rinnovabile, aumentandone il peso specifico nel mix energetico nazionale, ma anche per accelerare sia la transizione energetica, sia i processi di decarbonizzazione.

Una tecnologia eolica, l’offshore, assolutamente strategica in chiave nazionale ed europea e per questo motivo, in attesa di realizzare ed ampliare una vera filiera industriale per la produzione di tutte le componenti e le apparecchiature necessarie, è fondamentale stringere partnership con grandi attori globali, in particolare cinesi, che sono tra i top player del settore.

Il ministero delle Imprese del made in Italy (Mimit) ha annunciato la firma di un memorandum con l’azienda cinese MingYang Smart Energy, uno dei principali produttori al mondo di turbine eoliche, e Renexia, società italiana attiva nel settore delle rinnovabili del Gruppo Toto, con l’obiettivo di creare in Italia una Newco per la costruzione delle turbine eoliche.

Un investimento stimato in 500 milioni di euro

Il ministro Adolfo Urso è convinto che questa sia la strada più veloce e più conveniente per l’industria eolica nazionale: “Questo importante accordo ci permette di sviluppare la produzione di turbine in Italia e una filiera nazionale che sarà estremamente competitiva. L’accordo risponde pienamente agli intendimenti che i nostri due ministeri e i nostri governi intendono portare avanti per lo sviluppo di partnership nella tecnologia green“.

La Newco in questione, si legge nel comunicato ufficiale del ministero, punta a realizzare un sito produttivo che, secondo le stime, darà occupazione a 1.100 persone, con un investimento stimato pari a circa 500 milioni di euro.

Il nome del sito che ospiterà gli impianti produttivi sarà individuato e reso noti, d’intesa con il Governo, entro 90 giorni.

Un mercato fortemente in mano ai cinesi e l’Italia non vuole perdere il treno delle rinnovabili

Secondo il Global Offshore Wind Report 2024 di Gwec, nel 2023 in tutto il mondo si sono raggiunti i 10,8GW di energia eolica offshore, in aumento del 24% su base annua.

Questo significa che il mercato è in rapida evoluzione e le posizioni migliori in termini di competitività se le stanno aggiudicando le imprese asiatiche.

Per l’Europa la strada è in salita, sia per i ritardi negli investimenti, sia per le criticità delle catene di approvvigionamento. Per questo diventa fondamentale dare vita ad una filiera industriale continentale, con radici locali nei singoli Paesi membri dell’Unione, che possa migliorare i livelli di autonomia tecnologica rispetto alle forniture estere.

Esporsi ai cinesi significa anche aprire un confronto con Bruxelles e i suoi alleati americani, che vedono la Cina come il fumo negli occhi. C’è da chiedersi quale tipo di strategia stia seguendo il Governo Meloni, che proprio con il suo premier ha da poco sottoscritto diversi accordi con le controparti cinesi in occasione del business forum Italia-Cina, nel corso del quale sono state firmate 6 intese in vari campi, tra cui il settore delle fonti energetiche rinnovabili.

Secondo i dati contenuti nel RenewablesUK’s EnergyPulse, società che fornisce dati e approfondimenti sul settore energetico, la costruzione di impianti eolici in mare è in crescita e conta una serie di progetti da oltre 1.100 GW.

Nello specifico, si parla di 1.174 GW suddivisi fra 1.417 iniziative in 38 paesi diversi. I grafici forniti dalla società mostrano che, tra le Nazioni più impegnate, la Cina mantiene il suo primato, con 28,3 GW impianti attivi, seguita dal Regno Unito.

Giornalista

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