Roma, 13/06/2025 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

Economia circolare: Italia seconda in Europa, ma resta alta la dipendenza dalle importazioni. Il Rapporto

11economia circolare
Home > News > Economia Circolare > Economia circolare: Italia seconda in Europa, ma resta alta la dipendenza dalle importazioni. Il Rapporto

Nonostante il primato tra le grandi economie europee e un miglioramento del 20% nella produttività delle risorse, l’Italia resta fortemente dipendente dall’import di materie prime. Il Rapporto 2025 evidenzia criticità e opportunità per un futuro più sostenibile e competitivo.

Italia leader dell’economia circolare

L’Italia si conferma ai vertici dell’economia circolare in Europa, posizionandosi al secondo posto assoluto dietro i Paesi Bassi e prima tra le principali economie dell’Unione Europea. Un risultato significativo che riflette la crescente attenzione verso modelli produttivi sostenibili e la transizione ecologica del sistema industriale nazionale.

Secondo il Rapporto 2025 sull’Economia Circolare, redatto dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile in collaborazione con ENEA, l’Italia ha già ottenuto benefici concreti: si stimano risparmi pari a 16,4 miliardi di euro grazie all’efficienza dei processi e al riciclo. Dal 2019, la produttività delle risorse è cresciuta del 20%, segno di un sistema in evoluzione positiva.

Tuttavia, la medaglia ha un rovescio: la dipendenza dalle importazioni di materiali rimane molto alta, con un picco del 48% nel 2023, a fronte di una media UE del 22%. Questo significa che quasi metà del fabbisogno nazionale di risorse proviene dall’estero, una vulnerabilità che espone il Paese a rischi geopolitici e fluttuazioni dei mercati globali.

Importazioni in crescita

Negli ultimi cinque anni, il valore delle importazioni è cresciuto del 34%, passando da 424 a quasi 569 miliardi di euro. Una tendenza che, secondo il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, riflette la storica mancanza di materie prime sul territorio nazionale, ma che al contempo spinge il sistema industriale italiano verso modelli produttivi più resilienti, circolari ed efficienti.

Strategie per un’economia circolare più autonoma e innovativa

Per superare le criticità, il rapporto propone una roadmap di azioni prioritarie:

  • Promozione dell’eco-design;
  • Maggiore uso di materie prime seconde;
  • Innovazione tecnologica nei processi produttivi;
  • Sviluppo delle biotecnologie circolari per valorizzare gli scarti.

Secondo la Commissione Europea, l’adozione diffusa di modelli circolari potrebbe generare un risparmio energetico annuo di 45 miliardi di euro in tutta l’UE, oltre a ridurre drasticamente le emissioni e la produzione di rifiuti.

Biotecnologie circolari

La nostra dipendenza da materiali esteri è più che doppia rispetto alla media europea”, avverte Claudia Brunori, direttrice del Dipartimento ENEA per la Sostenibilità. “Dobbiamo puntare su innovazione e biotecnologie circolari per garantire approvvigionamenti sostenibili e ridurre i rischi strategici”.

Tra le tecnologie più promettenti:

  • Recupero degli scarti organici per la produzione di biomateriali, biocarburanti e biomolecole;
  • Soluzioni per la decontaminazione ambientale e il restauro ecosistemico.

Una sfida strutturale, ma anche un’opportunità per il Made in Italy

L’economia circolare rappresenta una leva strategica per rafforzare la competitività dell’industria italiana, ridurre la dipendenza energetica e materiale e promuovere uno sviluppo più equo e sostenibile. Per mantenere la leadership europea e diventare modello globale, serve ora una visione politica chiara, investimenti in innovazione e un ecosistema normativo stabile.

Articoli correlati