Roma, 09/11/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

Energia pulita, investire di più per difendere la competitività dell’UE. Il documento Bce-Bei-Iea

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O aumentiamo in maniera significativa gli investimenti in energia pulita entro la fine di questo decennio, o non raggiungeremo gli obiettivi di emissioni zero nette entro il 2050, mettendo a serio rischio la nostra capacità di competere a livello mondiale e la stessa stabilità finanziaria continentale, con gravi ripercussioni su famiglie, imprese e mondo del lavoro (senza contare le conseguenze su ambiente e territori).

La conferenza di alto livello Bce, Bei e Iea

Come garantire una transizione energetica che da un lato garantisca supporto alla competitività dell’Europa e dall’altro salvaguarda la stabilità finanziaria? Come la transizione energetica ed ecologica è stata impattata dai rincari dei prezzi delle materie prime, soprattutto energetiche, tra il 2021 e la prima parte del 2023? Ma siamo davvero sicuri che questa crisi sia terminata?

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Temi centrali per il futuro dell’Unione che sono stati al centro oggi, a Parigi, della conferenza di alto livello a cui hanno partecipato la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, il presidente della Banca europea per gli investimenti, Werner Hoyer, e il direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale per l’energia, Fatih Birol.

La transizione verso le energie rinnovabili e pulite ha subito una battuta di arresto. Le cause sono diverse, ma certamente tutte riconducibili a scelte politiche in controtendenza (e spesso poco lungimiranti, o dettate da esigenze elettorali), a congiunture economico-finanziarie poco favorevoli e alle tensioni geopolitiche sempre molto forti (vedi il confronto USA-Cina nel Pacifico o la guerra in Ucraina).

Investire di più e più rapidamente nella transizione green

Solo investimenti massicci e tempestivi nelle tecnologie a zero emissioni garantiranno che l’Europa rimanga ancora un luogo attraente per fare affari, un luogo dove l’innovazione prospera, dove fioriscono nuove idee e si creano ricchezza e posti di lavoro”, ha precisato Hoyer.

La risposta alle difficoltà attuali è impegnarsi a portare a termine la transizione, il che significa comprendere le sfide che comporta e garantire che i costi siano ripartiti equamente. È necessario fare di più per promuovere il mercato della finanza verde”, ha invece aggiunto Lagarde.

Birol ha dichiarato: “Lo scorso inverno, ho sottolineato che l’Europa aveva bisogno di un nuovo piano industriale per tenere il passo con le altre economie avanzate. Nonostante il suo grande mercato interno, una forza lavoro qualificata e una ricerca e sviluppo leader mondiale, dobbiamo ancora vedere come l’Europa mettera’ in pratica le sue ambizioni. I decisori politici devono agire con determinazione e tempestività affinché la regione rimanga una potenza industriale globale”.

La conferenza, a cui hanno preso parte ministri, banchieri, vertici aziendali e delegati di diversi Paesi, è stata l’occasione per il lancio di un’iniziativa congiunta volta ad accelerare la transizione verso l’energia pulita, considerata centrale per il futuro economico dell’Unione.

Solo continuando sulla strada della decarbonizzazione difenderemo la nostra competitività

Come confermato nel secondo stress test climatico a livello economico, condotto dalla Bce, aumentare ed anticipare la spesa in energia pulita riduce significativamente costi e rischi sul medio termine, aiutando imprese e famiglie a superare le perturbazioni economiche che periodicamente raggiungono i Paesi dell’Unione.

Da noi l’energia costa troppo, hanno spiegato Lagarde, Hoyer e Birol, e questo va a ridurre la competitività delle nostre aziende su scala globale.

Contemporaneamente, in mercati avanzati come Stati Uniti, Cina, India, Giappone e Corea, sono stati introdotti negli ultimi due anni ambiziosi programmi industriali di ripresa, basati sul rafforzamento delle catene di approvvigionamento e una maggiore capacità produttiva.

Solo aumentando la capacità rinnovabile l’Europa potrà pensare di ridurre la dipendenza dai fornitori esteri (favorendo una maggiore autonomia energetica) e l’effetto sull’economia della volatilità dei prezzi delle materie prime energetiche.

L’Unione Europea si è impegnata a spendere almeno il 30% del suo budget 2021-2027 nei progetti dedicati ad agire per contrastare/mitigare gli effetti dell’estremizzazione del clima.

La Banca europea per gli investimenti (Bei) ha già aumentato i finanziamenti per progetti dedicati allo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili a livelli senza precedenti, annunciando ulteriori 45 miliardi di euro.

Per ogni euro investito in progetti di energia pulita se ne ricavano 1,4 euro di ritorno.

Giornalista

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