Roma, 09/11/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

AI. Google aumenta del 50% le sue emissioni di gas serra, ma crescono i consumi energetici di tutte le Big Tech

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Tutte le cosiddette Big Tech, cioè Google, Amazon, Meta, Microsoft ed Apple (solo per citare le più popolari, ma potremmo benissimo inserire anche Nvidia), continuano a registrare aumenti dei consumi energetici ed idrici, soprattutto per la crescita costante del traffico dati e per lo sviluppo dei modelli di AI. Le stime per il futuro.

Google vuole primeggiare nell’AI e aumenta consumi ed emissioni

Ci hanno raccontato che buona parte dei consumi energetici delle grandi aziende tecnologiche sono ormai soddisfatti da fonti energetiche rinnovabili e che comunque, per compensare l’impego sempre massiccio dei combustibili fossili, stanno aumentando anche l’utilizzo di tecnologie green per ridurre l’impatto ambientale e rimuovere CO2.

È sicuramente un fatto, qualcosa sta accadendo, il problema è che la crescita esponenziale del traffico di dati internet globale e l’accelerazione dello sviluppo di sempre nuovi modelli di intelligenza artificiale (AI) spostano sempre in avanti l’asticella dei consumi energetici.

In sostanza, le rinnovabili non riescono a stare dietro alla domanda di energia di questi giganti. Secondo un articolo di qz.com, infatti, la stessa Google nel suo “Environmental Report 2024” ha ammesso che le sue emissioni di carbonio sono aumentate del 50% rispetto al 2019 e questo nonostante gli investimenti in fonti pulite.

Le rinnovabili ci sono, ma non bastano

Anno dopo anno, come scritto nel Report, le emissioni della società sono aumentate del 13% rispetto al 2022.

Il motivo? La necessità di ampliare l’infrastruttura di data center necessaria a supportare le tante attività del gigante di Mountain View, tra cui, certamente, lo sviluppo dell’AI (il modello Gemini) e le stesse operazioni relativa alla supply chain.

Nel documento si legge che “il 2023 ha segnato il primo anno di implementazione della nostra strategia di rimozione del carbonio e, sebbene abbiamo ancora molta strada da fare per raggiungere il nostro obiettivo al 2030, abbiamo iniziato a stabilire partnership di impatto e abbiamo iniziato a stipulare contratti per crediti di rimozione del carbonio“.

Big Tech energivore

In realtà, tutte le grandi aziende del settore, da Meta a Microsoft, passando per Amazon e Apple (solo per citare le Big Tech più celebri), mostrano lo stesso punto debole: i consumi energetici (ed idrici) sono in forte aumento anno dopo anno.

Scenario confermato anche i dati contenuti nell’ultimo rapporto dell’Osservatorio Esg Big Tech di Karma Metrix, secondo cui nel 2022 le Big Tec sopra elencate hanno prodotto 126 milioni di tonnellate di CO2.

Se le Big Tech fossero una nazione, sarebbe al 51° posto nel mondo per emissioni di CO2. Tra il 2019 ed il 2022 i consumi energetici di queste aziende sono aumentati del 48% (livello cinque volte superiore rispetto al dato medio globale).

Se il trend dei consumi rimane invariato, si stima che entro li 2030 la “Big Tech Nation” potrebbe raggiungere il 14° posto a livello mondiale.

Boom di consumi idrici per data center e AI

Riguardo all’acqua il problema non cambia. Come ricordato Donatella Maisto, in un articolo pubblicato su quifinanza.it, riportando i dati del paper scientifico “Towards Environmentally Equitable AI via Geographical Load Balancing”, Google ha consumato 12,7 miliardi di litri di acqua per i suoi data center nel 2021.

Prendendo sempre ad esempio l’utilizzo dell’AI, ogni 50 interrogazioni che poniamo si consuma mezzo litro di acqua.

Due settimane di lavoro per addestrare e accrescere GPT-3 nei data center più avanzati di Microsoft richiede il consumo di 700.000 litri di acqua (quanta ne occorre per produrre in serie 370 auto BMW o 320 Tesla).

La sola AI generativa potrebbe arrivare a consumare fino a 6,6 miliardi di litri di acqua entro il 2027.

Giornalista

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