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World Energy Outlook 2022. La crisi energetica globale è un’opportunità per le rinnovabili. L’Italia sesto produttore al mondo di tecnologia pulita.

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Alla vigilia dell’anniversario della guerra, Enel ha presentato insieme all’ International Energy Agency, il World Energy Outlook 2022, il Rapporto sulla situazione energetica mondiale. L’impatto dell’invasione Russa in Ucraina sul sistema energetico globale è stato fragoroso, interrompendo i modelli di domanda e offerta affermatisi nel corso degli ultimi decenni. Tuttavia l’Europa è stata in grado di trasformare la prima vera crisi energetica mondiale in un’opportunità per investire in energia rinnovabile. L’Italia, divenuta il sesto produttore al mondo di tecnologia rinnovabile, secondo in Europa, ne è la dimostrazione.

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World Energy Outlook 2022

Alla vigilia dell’invasione Russa dell’Ucraina, avvenuta lo scorso 24 febbraio, il mondo dell’energia si è riunito nella bellissima sala Capitolare del Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva, a Roma, per la presentazione del World Energy Outlook 2022, il Rapporto annuale dell’ International Energy Agency. Voci autorevoli dell’evento, il Direttore esecutivo dell’ IEA Faith Birol, l’AD di Enel Group Francesco Starace e il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin

La prima vera crisi energetica globale

È quasi un anno che la Russia ha invaso l’Ucraina ed è possibile affermare che da quel momento il mondo si è trovato nel bel mezzo della prima vera crisi energetica globale” ha affermato Faith Birol durante il proprio intervento. 

Si è trattato di un atto che ha inferto un enorme shock ai mercati energetici globali e un duro colpo alle relazioni della Russia con il suo più grande cliente, l’Unione Europea. La Russia era il più grande esportatore mondiale di petrolio e gas naturale verso i mercati globali. E l’Unione Europea acquistava circa il 50% delle esportazioni di petrolio della Russia e oltre il 60% delle sue esportazioni di gas” ha proseguito.

Il Direttore dell’Agenzia, si è poi riferito ai progressi fatti dall’Unione Europea, sostenendo che l’IEA già una settimana dopo l’invasione avesse pubblicato un piano in 10 punti per aiutare l’Unione Europea a ridurre rapidamente la propria dipendenza dalla forniture di gas naturale russo. Nonostante i notevoli progressi fatti, secondo Birol, l’Europa non è certo ancora fuori pericolo. Guardando al prossimo anno, la situazione appare fragile sia per il petrolio che per il gas. Ci sono ancora molte incertezze in gioco che potrebbero avere un impatto importante. Quello che è possibile riconoscere in questa fase, è che il potere di mercato della Russia nei settori del petrolio e del gas, non farà che diminuire ulteriormente. La sua quota del commercio internazionale di gas dovrebbe sostanzialmente dimezzarsi, passando dal 25% nel 2021 al 13% nel 2023. Mentre la sua quota della domanda di gas da parte dell’UE è destinata a scendere dal 40% a solo il 10%.

Il peso dell’Idroelettrico nella nostra energia

Fino a poco tempo fa il tema era se ci sarà il black out invernale da eccesso di uso di gas, ora, invece, il tema è come faremo a luglio senz’acqua” ha commentato Gilberto Pichetto Fratin, nel suo breve discorso alla presentazione del World Energy Outlook 2022. Il ministro, cha aveva appena concluso un’interrogazione parlamentare sul tema,  ha ricordato il peso dell’idroelettrico nella produzione energetica italiana sottolineando la gravità della situazione attuale. Fratin ha poi  evidenziato il ruolo che l’Italia potrebbe ricoprire anche sulle rinnovabili, in netta crescita nel nostro Paese.

Riduzione della dipendenza energetica dal gas

“La riduzione della dipendenza energetica dal gas richiederà del tempo, ma buona parte avverrà da qui a 2030, il resto sarà uno strascico” ha dichiarato Francesco Starace. Secondo l’amministratore delegato di Enel, bisogna essere consapevoli che l’idea di spegnere le centrali spaventa, ma che l’accelerazione sulle rinnovabili non potrà che continuare. D’altronde l’Italia è il sesto esportatore al mondo di tecnologie per la produzione di energia rinnovabile e il secondo in Europa.

Immaginiamo il gas – ha aggiunto – come se fosse un essere vivente, se si comporta bene forse potrà vivere un po’ più a lungo. Al contrario, la sua scomparsa sarà accelerata. Inoltre, se ci resterà il 5% del gas per rispondere a determinati momenti di crisi nell’approvvigionamento, si tratta comunque del 5%, diverso dal 100% “. 

L’impatto ambientale dell’idrogeno non green

Ultimamente si sente parlare moltissimo di idrogeno. Tuttavia l’idrogeno attuale costa moltissimo in termini di impronta di carbonio” ha quindi chiarito Francesco Starace. “L’idrogeno è molto prezioso ma occorre sostituirlo con l’idrogeno verde. Solo così sarà possibile ridurre le attuali emissioni di carbonio” ha poi concluso.

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