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Rinnovabili, ok in Cdm allo schema di decreto per semplificare iter amministrativi. Le novità

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Obiettivo del provvedimento firmato dai ministri Pichetto Fratin, Zangrillo e Casellati, è promuovere e accelerare la diffusione delle rinnovabili in Italia mediante razionalizzazione, riordino e semplificazione delle procedure amministrativo. Pichetto Fratin: “Oggi poniamo le basi per una riforma di sistema, orientata agli obiettivi del PNIEC con pragmatismo e senza far venire meno le tutele ambientali”.

Via libera dal Cdm al testo unico per le rinnovabili

Semaforo verde dal Consiglio dei ministri di oggi, in via preliminare, allo schema di decreto legislativo in materia di regimi amministrativi per la produzione di energia da fonti rinnovabili.

Un testo unico che risponde all’esigenza di centrare gli obiettivi di semplificazione già individuati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che consente di raccogliere, unificare e consolidare tutte le norme che disciplinano la realizzazione degli impianti FER (Fonti energetiche rinnovabili).

Una cornice unitaria e armonica – ha spiegato il Ministrodell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin – e strategica in un settore come quello delle rinnovabili, decisivo per il futuro del Paese. Oggi poniamo le basi per una riforma di sistema, orientata agli obiettivi del PNIEC con pragmatismo e senza far venire meno le tutele ambientali”.

Questo provvedimento – ha proseguito il ministro – chiarisce il quadro generale, lo semplifica ove possibile, stimolando rispetto al passato l’iniziativa privata nel modo migliore: con regole certe e trasparenza nei tempi”.

Quando si costruisce un provvedimento bisogna anche mediare le varie posizioni riducendo in modo forte i termini per poter procedere e garantire una certa quota di libera edilizia. È chiaro che vanno messe anche alcune tutele rispetto ad alcune valutazioni di ordine paesistico e culturale, quindi con la Valutazione di intervento. Anche questo tipo di intervento ha termini precisi, quindi va a compensare quella che per alcuni può essere visto come un eccesso di liberalizzazione. È una mediazione e le mediazioni peccano di qualche difetto a seconda della parte della medaglia“, ha affermato Pichetto Fratin.

Tag chiave: semplificare, razionalizzare, riordinare

Al suo interno, infatti, si individuano i regimi amministrativi per la costruzione e l’esercizio di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, dei sistemi di accumulo, delle opere connesse e delle infrastrutture indispensabili alla realizzazione degli impianti stessi.

Il provvedimento reca la firma del Ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, del Ministro per le Riforme istituzionali, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e del ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto.

L’obiettivo del documento è quindi promuovere e accelerare la diffusione delle rinnovabili in Italia mediante razionalizzazione, riordino e semplificazione delle procedure amministrativo e loro adeguamento ai dispositivi legislativi europei.

L’attività libera, la procedura abilitativa semplificata e l’Autorizzazione unica

Tre i “binari” individuati dallo schema, a seconda della tipologia, della dimensione e della localizzazione degli impianti: l’attività libera, la procedura abilitativa semplificata e l’Autorizzazione unica.

Come spiegato in una nota ministeriale, il nuovo provvedimento dispone che l’attività libera “non richieda atti di assenso o dichiarazioni, tranne in caso di vincoli paesaggistici, nel quale l’autorità dovrà esprimersi entro trenta giorni”, contro i 45 giorni attuali.

La “Procedura abilitativa semplificata”, o “Pas”, riguarda invece progetti che non richiedono procedimento di “permitting” e non sono assoggettati a valutazioni ambientali: a seconda delle casistiche, con l’eventuale coinvolgimento di più amministrazioni, si va da un minimo di 30 giorni ad un massimo di 75 per terminare la procedura. Oggi quest’ultimo termine può essere sospeso senza fissare alcun limite massimo per tale sospensione potendo, dunque, la procedura, durare anche due anni.

L’istanza di Autorizzazione Unica va invece presentata alla Regione per impianti sotto i 300 megawatt e oltre quella soglia al MASE: rientrano in quest’ultima casistica gli impianti off-shore.

Il procedimento, a seconda della complessità può durare 175 giorni, nel caso di progetti non sottoposti a valutazioni ambientali, fino a 420 giorni, nella più complessa delle ipotesi, dovendo prevedere in quest’ultima anche la Verifica di assoggettabilità a VIA e la Valutazione d’Impatto Ambientale.

Finora la legge ha previsto un termine di 60 o 90 giorni per la durata del procedimento di autorizzazione, senza, tuttavia, chiarire il tempo occorrente per la verifica di completezza della documentazione e comunque al netto dei tempi per le valutazioni ambientali.

Le possibili sanzioni

Il governo ha deciso di imporre sanzioni ai progetti di energia rinnovabile non autorizzati, cercando di conciliare la necessità di sviluppare l’energia verde con la tutela del paesaggio e del patrimonio culturale.

Secondo una bozza di legge circolata prima del Cdm, lo Stato imporrà multe tra i 1.000 e i 150.000 euro a chi è proprietario, costruttore e direttore dei lavori di impianti di energia rinnovabile costruiti senza autorizzazione.

Le critiche

Nonostante non si faccia altro che parlare di rinnovabili, alle associazioni di settore pare che il recente Decreto Aree Idonee e l’attuale bozza di riordino normativo vadano esattamente nella direzione opposta: complicare anziché semplificare

Stupisce vedere che nella bozza circolata del cosiddetto Testo Unico delle Rinnovabili, in attuazione della delega prevista dall’art. 26, commi 4 e 5, lettera d, della Legge 118 del 2022 Legge sul mercato e la concorrenza, che dovrebbe razionalizzare e semplificare le procedure autorizzative per gli impianti a fonti rinnovabili, siano apparsi elementi di complicazione anziché di semplificazione. Sembra che ogni occasione sia buona per introdurre qualche ostacolo sul percorso di autorizzazione e gestione di impianti FER e neppure questa bozza di decreto fa eccezione”, ha affermato in una nota Attilio Piattelli, presidente del Coordinamento FREE

In particolare – ha notato Piattelli – è spuntata la necessità di acquisire un idoneo titolo edilizio, fatto che sembra applicarsi in modo generalizzato anche agli interventi che dovrebbero essere realizzati in edilizia libera. È poi spuntata la necessità di acquisire pareri paesaggistici per interventi di rifacimento e potenziamento ricadenti in alcune fattispecie di aree tutelate che fino a ora era possibile invece realizzare ricorrendo all’edilizia libera”.

Giornalista

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