Roma, 29/03/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

I Suv e le scelte sbagliate che minacciano la decarbonizzazione

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La vendita di SUV rischia di vanificare i progressi dell’e-mobility e gli sforzi in atto per contrastare il cambiamento climatico. Secondo il Report IEA, con un aumento delle vendite del 3% nel 2022, la categoria, da sola, avrebbe prodotto 1 miliardo di tonnellate di anidride carbonica. Un dato allarmante, soprattutto alla luce delle ultime dichiarazioni italiane contro lo stop ai motori termici entro il 2035.

Una minaccia per la decarbonizzazione

1 miliardo di tonnellate di anidride carbonica nel 2022. Sono le emissioni prodotte dai SUV nel 2022 secondo l’ultimo rapporto IEA, un dato che fa riflettere, soprattutto alla luce delle ultime dichiarazioni del governo italiano che hanno espresso posizione contraria alla proposta UE di bloccare la produzione di motori inquinanti entro il 2035.

Secondo i dati divulgati dall’Agenzia Internazionale dell’Energia, sebbene il mercato delle autovetture tradizionali non abbia avuto un buon anno, riscontrando una contrazione dello 0,5% con soli 75 milioni di unità acquistati, i SUV restano in lizza nella lista dei veicoli più venduti. Con un aumento del 3% di unità vendute, la categoria rappresenta un’eccezione ai trend registrati, generando non poca preoccupazione tra le file dei sostenitori della lotta al cambiamento climatico e al processo di decarbonizzazione in corso.

Le sfide dell’emobility in Italia

Il mondo dell’elettrico è fortunatamente in controtendenza rispetto al resto del mercato dell’automotive. Le vendite globali di auto alimentate ad energia elettrica sono aumentate di circa il 60% nel 2022, superando per la prima volta i 10 milioni, rispetto ai 6,6 milioni del 2021. Un traguardo importante, conseguito anche tramite il sostegno mirato dei diversi governi, ma completamente svilito dal Titolare dell’Ambiente italiano Gilberto Pichetto Fratin e dal suo entourage, secondo i quali l’elettrificazione dei trasporti non dovrebbe essere l’unica via (nel settore) al raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050. 

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