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Decreto Pratiche Ecologiche: 193 milioni di euro per biogas e biometano

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193 milioni di euro da dividere tra produzione di biogas, introduzione di trattori alimentati a biometano, adozione di pratiche a bassa emissività e implementazione di attività che comportino la minima lavorazione del suolo. Con il Decreto Pratiche Ecologiche il settore agricolo diventa davvero un alleato della transizione energetica? Ecco tutte le categorie d’intervento e le spese ammissibili.

193 milioni di euro per il settore agricolo 

Sono in tutto 193 milioni di euro le risorse finanziarie stanziate con il nuovo Decreto Pratiche ecologiche, il provvedimento firmato il 18 Marzo dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin. Il 40% dei fondi previsti dalla misura, ora al varo della Corte dei Conti, è destinato alla regioni del Sud Italia, in particolare al settore agricolo, che grazie alla sua natura trasversale viene considerato un potenziale alleato delle buone pratiche energetiche. Ma cosa si intende per “buone pratiche”?   

Le buone pratiche

L’Ordinamento italiano, in questo caso nella figura del MASE, anche in funzione delle direttive e degli input recepiti dall’Unione Europea, con l’ultimo provvedimento lega il concetto di buone pratiche ecologiche nel comparto agricolo, alla produzione del biogas, e all’adozione di sistemi che consentano di parlare di maggiore efficienza energetica, minima lavorazione del suolo e bassa emissività. Al contempo, viene fatta rientrare tra le attività virtuose, la sostituzione di trattori agricoli meccanici obsoleti e a bassa efficienza con trattori più efficienti, dotati di strumenti per l’agricoltura di precisione, e alimentati esclusivamente a biometano, il cui utilizzo è certificato da garanzie di origine.

Le categorie d’intervento

Il Decreto nel comunicare le categorie d’intervento oggetto di incentivo, si rivolge quindi, principalmente alle imprese impegnate nello sviluppo di progetti riguardanti biogas e biometano. Più nel dettaglio si parla delle seguenti tipologie: 

  • le “pratiche ecologiche” nei campi  
  • lo sviluppo di poli consortili per lo sfruttamento del digestato 
  • la sostituzione di trattori obsoleti con quelli alimentati a biometano 
  • interventi per l’efficienza degli impianti già esistenti per la produzione di biogas.

Le spese ammissibili 

Il contributo in conto capitale ammissibile, sarà pari a un massimo del 65% delle spese e fino a seicento mila euro. Si tratta essenzialmente di costi di investimento direttamente collegabili e funzionali alla realizzazione del progetto proposto. Più nello specifico, correlatamente al settore energetico le spese riguardano:

a) i costi sostenuti per l’acquisto di trattori, dotati di strumenti per l’agricoltura di precisione, alimentati esclusivamente a biometano, in sostituzione di trattori agricoli meccanici obsoleti e a bassa efficienza, nonché gli eventuali costi sostenuti per la necessaria rottamazione.

b) i costi per l’acquisto e l’installazione di sistemi di recupero e utilizzo del calore prodotto dall’impianto di biogas, l’acquisto e l’installazione di sistemi di abbattimento delle emissioni derivanti dall’impianto stesso, quali ad esempio vasche di stoccaggio del digestato degli impianti, di volume pari alla produzione di almeno 30 giorni, che devono essere coperte e dotate di sistemi di captazione e recupero del gas.

c) i costi sostenuti per interventi volti ad aumentare l’efficienza complessiva dell’impianto di produzione di biogas quali ad esempio interventi di sostituzione di motori primi elettrici con nuovi motori a classe di efficienza maggiore e/o dotati di inverter, la sostituzione dei motori endotermici (motore a combustione interna) accoppiati ad alternatore con nuovi motori a celle combustibili (Fuel Cells).

Spese di progettazione e studi di fattibilità

Per tutti i suddetti interventi vengono incluse nel contributo anche le spese di progettazione, direzione lavori, collaudo, consulenze, studi di fattibilità, acquisto di brevetti e licenze, nella misura massima complessiva del 12% della spesa totale ammissibile.

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