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La posizione della Francia tra nucleare e rinnovabili

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Il governo francese ha ribadito la propria intenzione di non voler scegliere tra nucleare e rinnovabili, sottolineando il proprio lavoro per promuovere entrambi.

Le mosse della Francia su rinnovabili e nucleare

Tra rinnovabili e nucleare, la Francia sta attuando delle mosse un po’ ambigue, che stanno attirando critiche e perplessità anche all’interno della stessa maggioranza di governo.

Il 31 gennaio di quest’anno, l’Assemblea nazionale francese ha adottato un disegno di legge per accelerare lo sviluppo delle fonti alternative, nonostante l’astensione del partito francese dei Verdi e l’opposizione della sinistra che denunciava le carenze della nuova normativa.

Il Paese ha bloccato la Direttiva sulle rinnovabili 

Di recente, per quanto riguarda la revisione della Direttiva Ue sulle rinnovabili, il Paese ha bloccato il testo prima che venisse formalmente approvato dal Consiglio dell’Unione Europea, sempre per sostenere l’importanza dell’energia atomica a supporto anche della propria sovranità energetica.

Il 16 maggio, è stato poi adottato un progetto di legge per il rilancio dell’industria nucleare, presentato dalla ministra della Transizione energetica Agnès Pannier-Runacher che, lo stesso giorno, ha anche annunciato l’intenzione della Francia di unirsi al gruppo di Paesi favorevoli alle energie rinnovabili.

Le polemiche 

Le decisioni prese da Parigi hanno attirato numerose polemiche, con alcuni diplomatici europei che hanno detto che la Francia sta usando gli stessi metodi della Germania, accusata a dicembre di aver riaperto un accordo inter-istituzionale sulle regole per le emissioni delle automobili e il divieto di vendita di motori a benzina e diesel al 2035.

Altre critiche sono arrivate dopo la decisione di entrare nel gruppo degli Stati membri a favore delle rinnovabili, in quanto considerata non in linea con il sostegno all’energia atomica e che ha messo in discussione, agli occhi dell’Ue, la credibilità del Paese.

Ciò che è certo è che la Francia, che ha già ottenuto una piccola vittoria nell’aver ritardato l’approvazione della Direttiva, non si fermerà nella propria lotta a supporto del nucleare, e questo, se non si raggiungeranno presto degli accordi, potrà comportare ulteriori ritardi nel raggiungimento degli obiettivi climatici da qui al 2030 e al 2050. 

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