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Approvato in Francia il disegno di legge sulle rinnovabili

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L’Assemblea nazionale francese ha adottato martedì 31 gennaio un disegno di legge per accelerare lo sviluppo delle energie rinnovabili, nonostante l’astensione del partito francese dei Verdi e l’opposizione della sinistra che ha denunciato le carenze della nuova normativa. 

Il DDL

Il testo è stato adottato, dopo una serie di emendamenti, con una maggioranza di 217 voti, ma respinto da 169 parlamentari appartenenti a partiti sia di destra che di sinistra. Il disegno di legge è stato presentato dalla ministra francese della Transizione energetica Agnès Pannier-Runacher, che prima del voto aveva precisato che la Francia è “l’unico Paese europeo a non aver raggiunto gli obiettivi di sviluppo delle energie rinnovabili concordati a livello Ue per il 2020”.

La ministra ha poi spiegato che la nuova normativa “permette di dimezzare il tempo di istruttoria dei progetti e dei parchi eolici marini proteggendoli da eventuali ricorsi, e consente di guadagnare 7 anni sulla traiettoria che dobbiamo mantenere entro il 2050”. 

Tra le principali misure previste rientra dunque l’accelerazione per i tempi di realizzazione dei nuovi impianti, il miglioramento della pianificazione amministrativa e tecnica, il raggiungimento di un migliore equilibrio tra gli impegni energetici ed ecologici e l’obbligo di installare pannelli solari nei parcheggi scoperti con una superficie di oltre 1.500 metri quadrati. 

Più potere per le autorità locali

L’altra novità riguarda i comuni, che potranno individuare adesso aree per costruire infrastrutture rinnovabili sul proprio territorio. I sindaci avranno così maggiore voce in capitolo per quanto riguarda l’approvazione dei singoli progetti. “I comuni saranno al centro del sistema poiché avranno l’importante compito di identificare le zone di accelerazione” ha dichiarato Henri Alfandari, deputato francese. 

La Francia che non ha soddisfatto gli obiettivi europei

Qualche giorno prima dell’approvazione del testo, il report annuale di Observ’ER aveva allertato sull’ipotesi che la Francia non fosse in grado di raggiungere gli obiettivi previsti per il periodo 2019-2023, in particolare quello inerente l’eolico onshore di 24,1 gigawatt (GW) di capacità installata fissata entro la fine del 2023. Riguardo il fotovoltaico, invece, nonostante un aumento del tasso di crescita dal 2021, a settembre 2022 il Paese aveva solo 15,8 GW di disponibilità, quando avrebbe dovuto raggiungere i 20,1 GW entro la fine dell’anno corrente. 

La Francia è l’unico membro Ue a non aver raggiunto gli obiettivi del piano 20-20-20, il pacchetto sul clima e sull’energia varato dall’Unione che includeva la riduzione delle emissioni di gas serra del 20% e l’innalzamento del 20% del risparmio energetico e dell’energia prodotta da fonti rinnovabili. Tutto questo entro il 2020. Il ritardo di Parigi era stato anche evidenziato a gennaio dello scorso anno da Eurostat ed è costato molto. La stessa ministra Pannier-Runacher ha parlato di 500 milioni di euro persi.  

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