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La Commissione europea non prorogherà le misure di emergenza introdotte a seguito della crisi energetica

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La Commissione europea ha deciso di non prorogare le misure di emergenza introdotte lo scorso anno per proteggere i consumatori dall’impennata dei prezzi energetici. 

La decisione della Commissione europea

La Commissione europea ha preso una decisione molto importante: non prorogare le misure di emergenza introdotte a seguito della crisi energetica scatenata dalla guerra in Ucraina, sottolineando in un comunicato come abbiano già contribuito a mitigare le conseguenze sul mercato elettrico.

I veri risultati si sono avuti anche con gli sforzi di tutti gli Stati membri che hanno preso delle iniziative importanti, quali tagli fiscali, tasse e sussidi per affrontare l’emergenza. 

Le misure adottate a livello europeo

Le misure adottate a livello europeo, considerate di natura temporanea e straordinaria, sono state prese al fine di ridurre la domanda energetica e distribuire a famiglie e piccole e medie imprese i ricavi eccedenti del settore elettrico. 

A tal proposito, non va dunque dimenticato ciò che è stato fatto nel 2022: l’introduzione di un tetto sui ricavi di mercato a 180 EUR/MWh per i produttori, e dunque anche per le centrali alimentate da rinnovabili che hanno ottenuto profitti inaspettati; l’obiettivo volontario di riduzione complessiva del 10% del consumo lordo di energia e del 5% del consumo nelle ore di punta, e anche il contributo di solidarietà temporaneo obbligatorio sugli utili delle imprese attive nei settori del petrolio greggio, del gas naturale, del carbone e della raffinazione. 

Nell’ultimo comunicato, l’Esecutivo Ue ha anche aggiunto che i prezzi dell’energia sono scesi a meno di 80 euro/MWh, e che quelli del gas non solo sono diminuiti, ma si sono anche stabilizzati. 

Sono stati dunque raggiunti risultati concreti, ed è per questa ragione che le misure anticrisi non verranno estese oltre, rispettando quelle scadenze fissate in precedenza: obiettivi di riduzione del consumo di energia fino al 31 marzo 2023, e il tetto obbligatorio sui ricavi di mercato fino al 30 giugno. 

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