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Case green, via libera dal Parlamento UE: “Nuovi edifici a emissioni zero a partire dal 2030”. Il testo

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L’edilizia europea è responsabile del 40% dei consumi energetici e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra. Secondo diverse indagini, in Italia circa il 75% delle abitazioni è in fascia energetica tra le G e la E, cioè le peggiori. Solo il 12% è in fascia A. Per questo bisogna agire e anche rapidamente, secondo il relatore Ciarán Cuffe: “La direttiva sulle prestazioni energetiche nell’edilizia mostra chiaramente come la politica climatica possa avere benefici reali e immediati per le fasce di popolazione più vulnerabili della nostra società”. Il testo della direttiva.

Il Parlamento europeo adotta la legge sugli edifici green

Nuovo passo in avanti, stavolta decisivo, della direttiva sulla prestazione energetica degli edifici in tutti gli Stati dell’Unione europea, con il voto favorevole dell’Europarlamento. Manca solo il via libera finale del Consiglio.

Due gli obiettivi chiave da raggiungere:

  • tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2030;
  • i nuovi edifici occupati o di proprietà delle autorità pubbliche dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028.

Non solo, ovviamente, la direttiva impone anche di ristrutturare il maggior numero di edifici con prestazioni energetiche scadenti e diffondere in maniera corretta tutte le informazioni necessarie sul rendimento energetico delle abitazioni in cui si vive.

L’edilizia europea è responsabile del 40% dei consumi energetici e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra. Secondo diverse indagini, in Italia circa il 75% delle abitazioni è in fascia energetica tra le G e la E, cioè le peggiori. Solo il 12% è in fascia A.

La politica climatica può avere benefici reali e diretti per le persone più vulnerabili

Per questo bisogna agire e anche rapidamente, secondo il relatore Ciarán Cuffe: “La direttiva sulle prestazioni energetiche nell’edilizia mostra chiaramente come la politica climatica possa avere benefici reali e immediati per le fasce di popolazione più vulnerabili della nostra società. Questa legge contribuirà a ridurre le bollette energetiche e ad affrontare le cause profonde della povertà energetica, offrendo nel contempo migliaia di posti di lavoro locali di alta qualità in tutta l’economia europea”.

Nonostante la direttiva sia il pezzo finale del più grande puzzle che è il ‘Pronti per il 55%’, ciò non ne diminuisce l’importanza. Contrastando il 36% delle emissioni di CO2 dell’Europa – ha detto Cuffe – aggiunge un pilastro assolutamente essenziale al Green Deal europeo. Il risultato di oggi dimostra che il Parlamento continua a sostenere un Green Deal che garantisca, nella stessa misura, equità e ambizione”.

Le scadenze e gli obblighi per i Governi europei

Come spiegato nel comunicato del Parlamento, i partner Ue dovranno adottare misure per garantire una riduzione dell’energia primaria media utilizzata di almeno il 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035.

In base alla nuova direttiva, i Paesi europei dovranno inoltre ristrutturare il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033, introducendo requisiti minimi di prestazione energetica.

Prevista anche l’installazione progressiva di impianti solari negli edifici pubblici e non residenziali, in funzione delle loro dimensioni, e in tutti i nuovi edifici residenziali entro il 2030, anche se il legislatore ha anche predisposto la verifica di fattibilità tecnica ed economica di questi ultimi interventi.

I vari Governi dovranno poi spiegare a Bruxelles come intendono predisporre misure vincolanti per decarbonizzare i sistemi di riscaldamento eliminando, gradualmente, i combustibili fossili nel riscaldamento e nel raffreddamento entro il 2040.

La direttiva non troverà applicazioni nel caso di edifici agricoli, artistici e di valore storico, ma anche quelli temporanei, i luoghi di culto e le chiese.

Giornalista

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