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Il report del JRC: l’agrovoltaico potrebbe da solo superare gli obiettivi fissati dall’Ue sull’energia solare

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Il rapporto del Joint Research Centre (JRC) sullo status del sistema agrovoltaico in Europa.

Il report

Il report del Joint Research Centre (JRC), una direzione generale della Commissione europea, fornisce un’analisi e delle raccomandazionI sul sistema agrovoltaico nell’Ue.

Secondo lo studio, se si coprisse l’1% della superficie agricola con pannelli solari, si potrebbero produrre 944 GW di corrente continua, superando i 720 GW della capacità prevista per il 2030 dalla EU solar energy strategy.

Di cosa si tratta? Di un piano redatto dall’Esecutivo Ue per fare in modo che il fotovoltaico raggiunga il prima possibile il suo pieno potenziale.

Cosa è un sistema agrovoltaico

Cosa è un sistema agrovoltaico? Lo potremmo definire una tra le applicazioni più promettenti per accelerare lo sviluppo delle rinnovabili, che prevede lo sfruttamento dei terreni per generare energia green senza intaccare il suolo o la produzione di cibo.

I vantaggi

A differenza del fotovoltaico posizionato a terra, in questo caso gli impianti non inficiano sulle attività agricole, e permettono anche l’accesso al bestiame e alle macchine.

Ma ci sono tanti altri vantaggi nello sfruttamento di tale pratica: creazione di zone d’ombra per proteggere le colture da eventi climatici estremi; miglioramento della competitività aziendale; riduzione dei costi energetici; grande contributo nella decarbonizzazione del settore e diminuizione dell’evaporazione dei terreni.

Ci sono però altri costi che invece aumentano, e che fanno riferimento alla progettazione e al montaggio dei pannelli, ma anche alla gestione dell’intero sistema.

Sfide da affrontare

Nonostante a maggio 2022 la Commissione chiese agli Stati membri di considerare non solo il fotovoltaico su scala industriale o i pannelli solari installati sui tetti, ma anche le nuove forme di sviluppo del settore, compreso l’agrovoltaico, ancora siamo troppo indietro, soprattutto in Italia.

Ci sono numerose sfide da affrontare che riguardano la massimizzazione della produzione elettrica, che non deve in alcun modo influenzare l’ambiente e la resa del raccolto; le procedure complesse di autorizzazione e connessione alla rete e l’aumento dei prezzi sui terreni, che possono compromettere il benessere e la stabilità degli agricoltori. 

Inoltre, secondo la JRC, per una buona crescita del sistema sarebbe importante coinvolgere le comunità rurali nel processo decisionale e di pianificazione, in modo da renderle consapevoli del suo enorme potenziale nel generare energia pulita. 

Studi e ricerche

Esistono comunque tantissimi studi e ricerche che analizzano i benefici dell’agrovoltaico. Un esempio? L’analisi condotta in Canada dalla studentessa Camila Quiroz, dell’Università di Alberta, sull’aumento della resa della coltivazione di spinaci proprio grazie all’energia solare. 

In Italia

In Francia e Germania, parliamo di metodi già in uso da tempo. in Italia invece, pur avendo un enorme potenziale territoriale, si stanno compiendo solo di recente dei passi avanti.

Qual è il problema? La carenza di normative, incentivi, punti di vista comuni e permessi. Però, secondo quanto stabilito dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030, il Paese nei prossimi 9 anni dovrà realizzare 32 GW di nuovo fotovoltaico, utilizzando 2,6 miliardi di euro del PNRR. Ci riuscirà?

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