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Nucleare, nuovo composito vetro-ceramico 100 volte più resistente alla corrosione

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Un team di ricercatori dell’Università del Saskatchewan, in Canada, sta testando un composito a base di vetro-ceramica che potrebbe rivelarsi promettente per lo stoccaggio a lungo termine delle scorie nucleari. Questo grazie alle caratteristiche del prodotto.

La scoperta

La scoperta del team di ricercatori dell’Università canadese del Saskatchewan potrebbe rivelarsi significativa allo scopo di aumentare i livello di stoccaggio e risolvere quei problemi legati alle scorie nucleari, difficili da smaltire e tema che ha creato non pochi dibattiti a livello internazionale.

La gestione di tali materiali radioattivi, in una visione di lungo termine, è molto complessa, soprattutto perché non è semplice trovare a livello geologico dei luoghi isolati e idonei nei quali poterli inserire.

Serbatoi di accumulo più grandi

Per il gruppo di ricerca, grazie al nuovo composito costituito da vetro e ceramica si potrebbero realizzare dei serbatoi di accumulo più grandi rispetto a quelli già esistenti a livello industriale, risolvendo i limiti di altri materiali dalla capacità di carico limitata.

Fino a oggi, uno dei più grandi problemi riscontrati sui metodi di stoccaggio è anche la stabilità, oltre le scarse prestazioni di accumulo. Dallo studio condotto dall’Università del Saskatchewan però, la speranza è che possano venir fuori nuove prospettive e opportunità per avvicinarsi a una reale soluzione, per contenere così i rifiuti per periodi di tempo molto più lunghi.

Dopo aver già dimostrato una resistenza alla corrosione fino a 100 volte superiore del solito, le aspettative sul materiale sono ancora più alte, e ci si aspetta infatti con il tempo di trarne maggiore sicurezza, riduzione del rischio di rilascio di sostanze radioattive nell’ambiente, minore impatto ambientale e anche un risparmio economico, oltre ovviamente un volume di stoccaggio di scorie più elevato.

In Italia

In Italia poi, nel 2021 il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica prevedeva che, entro la fine del 2023, sarebbe stato individuato il sito adatto in cui realizzare un vero e proprio deposito nazionale.

Tre anni dopo, non riuscendo ancora a trovare una decisione sulla base delle aree presenti già proposte, il governo ha deciso di aprire alle auto-candidature, permettendo così a tutti i Comuni di proporsi autonomamente.

Secondo gli ultimi dati diffusi dall’ISIN, l’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza nucleare e la radioprotezione, l’attività complessiva dei rifiuti da trattare, come citato anche sul DL Energia, dovrebbe essere pari a 2.726.353,9 GBq, con il Lazio che ne detiene la maggioranza.

Prossime novità

Quali saranno le prossime novità sul tema non si sa ancora, ma al momento i ricercatori canadesi stanno continuando a lavorare sul composito vetroceramica per migliorarne ulteriormente le proprietà e ottimizzarne composizione e resistenza.

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