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Nucleare, la prima centrale in Polonia potrebbe costare 34,6 miliardi di euro

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La Polonia ha di recente aggiornato la propria strategia energetica, nota come ‘PEP2040’. Il Paese sta puntando molto sull’energia nucleare, ma quanto costerà tutto questo? Il prezzo stimato per il primo impianto, potrebbe raggiungere i 150 miliardi di zloty (34,6 miliardi di euro).

Il nucleare in Polonia

Il nucleare in Polonia è un argomento dibattuto già da molto tempo. Il governo ha soprattutto manifestato di recente profondo interesse nello sviluppo del vettore, come parte della sua strategia ‘PEP2040’. Di cosa si tratta?

Con tale sigla si fa riferimento al Piano Energetico Nazionale proposto fino al 2040, con l’ambizione di indirizzare i prossimi passi da compiere per il settore energetico statale, incluso il mix di fonti per soddisfare la domanda nazionale.

Uno degli obiettivi centrali infatti è proprio la diversificazione, puntando su sistemi più sostenibili per ridurre la dipendenza dalle fossili e abbassare le emissioni.

Prossime ambizioni

Tra le prossime ambizioni, costruire la prima centrale nucleare entro il 2033, con la speranza di poter avere alla fine tre quarti di elettricità pulita con un 51% generato dalle Fer, e quasi il 23% legato invece all’energia dell’atomo.

Altro obiettivo sarebbe avere, entro il 2040, sistemi green che possano rappresentare il 74% della capacità installata nel Paese, al fine di coprire così il 73% della domanda.

La questione della centrale però, ha scatenato le critiche di alcuni scettici, che temono ancora la scarsa preparazione nazionale in tema di gestione dei rifiuti, costi e impatto ambientale.

Ci sono poi alcuni totalmente contrari allo sviluppo del vettore, non considerandolo come una soluzione per affrontare la crisi climatica. Ma a prescindere da quali siano le opinioni in merito e da come proceda il cambiamento, qual è il prezzo da pagare?

34,6 miliardi di euro

Realizzare questa prima opera ha un costo stimato fin troppo elevato pari a 150 miliardi di zloty e dunque a circa 34,6 miliardi di euro secondo Jan Chadam, responsabile ad interim della società polacca SPV Polskie Elektrownie Jadrowe (PEJ).

L’inizio della costruzione, sulla costa del Mar Baltico, è previsto per il 2026, mentre la prima unità dovrebbe entrare in funzione nel 2033. Le società statunitensi Westinghouse e Bechtel sono alla guida del progetto, ma ne varrà la pena?

La Polonia non intende mollare la presa

Chadam ha poi riconosciuto l’improbabilità che il tutto rispetti le tempistiche previste, perché parliamo di lavori piuttosto lunghi e complessi, con ritardi già in corso.

La sfida dunque è grande e difficile, ma la Polonia non intende mollare la presa, segnando un passo significativo per tutta l’Europa centrale considerando che, al momento, parliamo dell’unico Paese a non disporre di tali impianti.

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