Il Giappone compie un passo storico nella fusione nucleare, superando Cina e USA nella corsa alla commercializzazione. La start-up Helical Fusion ha, infatti, testato con successo una bobina superconduttrice ad alta temperatura, aprendo la strada a reattori stabili e continui.
Mentre in Italia torna a farsi largo l’ipotesi del nucleare a fissione, nel resto del mondo l’attenzione è ormai puntata sulla fusione nucleare, la frontiera più promettente dell’energia pulita. Un settore in piena espansione, che nell’ultimo anno ha visto crescere gli investimenti globali di oltre 2,6 miliardi di dollari.
Primato mondiale per la ricerca giapponese
E questa volta è il Giappone a prendersi la scena, superando i giganti del settore, grazie allo sviluppo di una bobina superconduttrice, componente chiave per rendere commercialmente replicabile la fusione nucleare. Il primato giapponese è un paradosso se si considera il divario negli investimenti: negli ultimi cinque anni, Stati Uniti e Cina hanno speso oltre mille miliardi di yen (circa 6,6 miliardi di dollari) per accelerare la ricerca e lo sviluppo sulla fusione, mentre il Giappone si sarebbe fermato a 100 miliardi di yen.
Anche l’Italia, nel suo piccolo, sta facendo molto, muovendosi nella stessa direzione nel campo della ricerca. Lo scorso luglio è stato, infatti, inaugurato a Frascati, il Frascati Coil Cold Test Facility (FCCTF), un laboratorio all’avanguardia progettato per testare in condizioni estreme i super magneti superconduttori destinati al Divertor Tokamak Test (DTT), il primo reattore sperimentale a fusione nucleare 100% italiano. L’infrastruttura, in fase di costruzione presso il Centro Ricerche ENEA, è unica nel panorama nazionale ed europeo, destinata a diventare un punto di riferimento nella ricerca sulla fusione nucleare controllata.
Helical Fusion guida la corsa globale alla fusione nucleare
Con un annuncio che sta facendo il giro del mondo, la start-up Helical Fusion ha, quindi, comunicato di aver completato con successo un test di prestazioni critico di una bobina superconduttrice ad alta temperatura (HTS), un passo considerato decisivo verso la realizzazione di reattori a fusione commerciali.
Un traguardo che proietta Tokyo tra i pionieri della nuova era energetica, sfidando persino gli ambiziosi piani dell’americana Commonwealth Fusion Systems, spin-off del Massachusetts Institute of Technology (MIT), che punta a costruire la prima centrale a fusione su scala di rete in Virginia entro i primi anni 2030.


