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Centrali nucleari galleggianti? Terrapower e HD Hyundai ci stanno lavorando

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Terrapower e HD Hyundai lavorano per sviluppare centrali nucleari galleggianti. Si tratta di un progetto innovativo, che si pone l’obiettivo di utilizzare dei piccoli reattori nell’ambito navale e non solo.

Sviluppare piccoli reattori nucleari modulari

Terrapower e HD Hyundai stanno lavorando insieme per sviluppare piccoli reattori nucleari modulari (SMR) da poter utilizzare nell’ambito navale, per avere delle centrali su piattaforma galleggiante e poterne trarre dei benefici. Per il progetto, si stanno investendo 30 milioni di dollari, valutando così la possibilità di utilizzare il nucleare per le navi.

In particolare, HD Korea Shipbuilding & Offshore Engineering (KSOE), che non è altro che una sub-holding di HD Hyundai, sta preparando un vero e proprio team di ricerca specializzato nella realizzazione di reattori, pensando alla creazione di un sistema per l’applicazione di SMR marini, con il supporto dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) e delle società di classificazione ABS e Lloyd’s Register.

L’utilizzo di SMR su piattaforme galleggianti

Ma per cosa sarebbe utile e quanto è fattibile l’utilizzo di SMR su piattaforme galleggianti? Con questi dispositivi, si potrebbero superare molti degli attuali limiti allo sviluppo dell’energia atomica, come la possibilità di usufruire di tali tecnologie anche a largo, in zone sicure.

C’è chi sostiene che si potrebbero anche risolvere quei problemi di raffreddamento del vapore, ma il punto è: tra quanto tempo si potrà arrivare a soddisfare ambizioni del genere? E parliamo di obiettivi davvero così sostenibili?

Avere delle centrali nucleari del genere sembra essere ad oggi un traguardo così lontano e praticamente irraggiungibile. Ma sono tante in realtà le aziende che ci credono. Per esempio, Crowley Engineering Services e BWX Technologies, che stanno lavorando proprio per costruire impianti del genere, simili a grandi navi.

Non bisognerebbe sottovalutare tutti i problemi

L’obiettivo sarebbe produrre elettricità pulita per basi militari in isole remote, reti di servizi di backup e località costiere limitrofe. Ma anche su questo progetto, così come per quello di Terrapower e HD Hyundai, non bisognerebbe sottovalutare tutti i problemi legati alle scorie, e tutti gli investimenti che serviranno da qui ai prossimi anni per arrivare a risultati importanti, ma soprattutto rassicuranti.

Sono comunque in programma altre iniziative simili sempre negli Stati Uniti ma anche in Cina, Danimarca, Russia, Italia e Corea del Sud.

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