Roma, 12/05/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

Impianti nucleari galleggianti: un nuovo progetto statunitense

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L’accordo tra Crowley Engineering Services e BWX Technologies, Inc. per la realizzazione di impianti galleggianti, simili a delle navi, in grado di generare energia nucleare. 

Il progetto

Si tratta di un progetto tutt’altro che semplice quello sul quale stanno scommettendo Crowley Engineering, leader globale nel trasporto marittimo, e BWX Technologies, specializzata nella produzione di componenti nucleari. 

Le due realtà sono entrambe americane, e vogliono affermare ancor di più il ruolo di predominio degli USA nel settore. Così è stato firmato un memorandum d’intesa che servirà per lavorare insieme a queste nuove imbarcazioni, che abbineranno la propulsione tradizionale a un reattore modulare compreso tra 5 e 50 MW.

Gli impianti produrranno energia per basi militari in isole remote, reti di servizi di backup e località costiere limitrofe, attraverso dei cavi che serviranno proprio per passare l’elettricità da bordo a terra. 

La crescita del nucleare, anche in altri grandi Stati

Con quest’innovazione continua la crescita del nucleare, sul quale si sta investendo in diverse parti del mondo anche se con modi e tempistiche differenti.

In Novergia, per esempio, il cantiere Ulstein sta lavorando a una nave da crociera alimentata da questa fonte e che si chiamerà Thor. Questa funzionerà come un impianto elettrico galleggiante, e produrrà, in modo autonomo, una notevole quantità di elettricità. 

Ma la vera prima centrale atomica trasportabile è stata già costruita dalla Russia e si chiama Akademik Lomonosov, in grado di generare energia per 50.000 residenti. 

Nucleare sostenibile? 

Si tratta dunque di progetti diversi tra essi ma con un elemento in comune: rendere il settore protagonista della transizione energetica e della decarbonizzazione. Ma si potrà mai raggiungere una simile posizione? Si può davvero definire il nucleare sostenibile?

Non bisognerebbe sottovalutare tutti i problemi legati alle scorie, i massicci investimenti che servono per arrivare a determinati risultati e la pericolosità stessa delle centrali. Ma si tratta di considerazioni che che, a quanto pare, sembrerebbero non ancora frenare il desiderio di alcuni Paesi nel raggiungimento dei propri obiettivi, a ogni costo.

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