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AI, cresce la domanda di energia e le Big Tech guardano al nucleare

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Il mondo chiede sempre più energia, soprattutto le economie più avanzate. Si stima che la domanda di energia dei data center negli Stati Uniti raddoppierà entro il 2030, soprattutto per via dell’impiego massiccio di soluzioni AI. Molte delle principali aziende tecnologiche americane si stanno rivolgendo al nucleare.

Entro il 2030 la domanda di energia USA raddoppierà. Nucleare la soluzione?

Le grandi compagnie tecnologiche, oggi definite Big Tech, hanno sempre consumato enormi porzioni di energia elettrica disponibile in rete. Oggi, al tempo dell’intelligenza artificiale (AI), il dato potrebbe crescere in maniera ancora più eclatante.

Tanto da far presagire un’impennata della domanda di energia nucleare nei prossimi anni. S&P500 Utilities Select Sector DTF sta registrando un incremento di valore delle azioni delle società legate al nucleare.

Secondo quanto riportato in rete, le azioni di Constellation Energy, ad esempio, sono schizzate alle stelle dall’inizio dell’anno, con un aumento di valore dell’85%, secondo quanto riportato da Ines Ferre, reporter senior di Yahoo Finance e tra poco vedremo perché.

Si stima che quest’anno, Big Tech come Amazon, Alphabet, Microsoft e Meta potrebbero arrivare a spendere tutte assieme più di 200 miliardi di dollari in investimenti nel cloud e nell’intelligenza artificiale, tra cui la costruzione e la manutenzione di data center.

Nel frattempo, secondo una ricerca McKinsey & Co., si valuta se è possibile o meno che la domanda di energia dei data center negli Stati Uniti raddoppierà entro il 2030, soprattutto per via dell’impiego massiccio di soluzioni AI.

Le utilities con il nuke pronte a rifornire le Big Tech

Questo fa gola ai fornitori indipendenti di energia, come Vistra Corp e NRG Energy, che cresceranno rispettivamente di circa il 130% e il 55% dall’inizio dell’anno, proprio grazie alla capacità di sfruttare i tanti vantaggi offerti dal mercato energetico degli Stati Uniti.

Sono molti i fornitori di energia, ma solo alcuni potrebbero avvantaggiarsi notevolmente in questa fase storica: quelli che dispongono di gruppi numerosi di centrali nucleari.

“I gestori di centrali nucleari sono gli unici che hanno realmente la capacità di servire un data center che funzionerà 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana, 365 giorni all’anno, con una generazione senza emissioni di carbonio“, ha detto a Yahoo Finance James Thalacker, analista di servizi di pubblica utilità, energia ed energie rinnovabili presso BMO.

AWS compra da Costellation Energy data center alimentato da energia nucleare

Amazon Web Service, secondo quanto riportato in un articolo pubblicato da qz.com, sta chiudendo un grande contratto di fornitura di energia elettrica proprio con Constellation Energy.

L’unità cloud del Gruppo Amazon avrebbe acquistato da Talen Energy un intero data center già alimentato ad energia nucleare per 650 milioni di dollari situato a Berwick, Pennsylvania.

Ad aprile, Ami Badani, responsabile marketing della società di progettazione di chip Arm, ha affermato che i data center rappresentano attualmente il 2% del consumo energetico globale . Con la rapida crescita dell’intelligenza artificiale, Badani ha previsto che il consumo energetico del settore potrebbe rappresentare un quarto di tutto il consumo di energia negli Stati Uniti entro la fine del decennio.

Secondo l’Electric Power Research Institute, entro il 2030 i data center potrebbero consumare fino al 9% dell’elettricità negli Stati Uniti , più del doppio di quella utilizzata oggi.

Sicurezza e impatto ambientale

Gli incidenti nelle centrali nucleari, sebbene rari, possono avere conseguenze devastanti. Esempi noti includono Chernobyl (1986) e Fukushima (2011). Negli Stati Uniti, l’incidente di Three Mile Island (1979) ha sottolineato i rischi associati alla tecnologia nucleare, sebbene non ci siano stati effetti immediati sulla salute pubblica.

Le scorie nucleari rimangono radioattive per migliaia di anni. La gestione sicura di queste scorie è una sfida significativa. Negli Stati Uniti, il progetto Yucca Mountain è stato proposto come sito di stoccaggio permanente, ma ha incontrato resistenza politica e sociale.
Se non gestite correttamente, le scorie possono contaminare l’ambiente, comprese le riserve d’acqua e i suoli.
Basterebbero questi argomenti per opporre resistenza al tentativo di rilanciare l’energia nucleare su scala mondiale, Europa compresa.

C’è inoltre un problema ambientale molto serio.

Le centrali nucleari spesso utilizzano grandi quantità di acqua per il raffreddamento, rilasciando acqua calda nell’ambiente e potenzialmente disturbando gli ecosistemi acquatici.

L’estrazione e la lavorazione dell’uranio, il combustibile utilizzato nelle centrali nucleari, comportano rischi ambientali e di salute per i lavoratori e le comunità vicine.

Senza contare che sia per costruire le centrali nucleari, sia per demolirle, i costi sono altissimi.

Giornalista

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