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Come ottenere l’idrogeno verde da metalli non rari

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I ricercatori dell’Università olandese di Twente hanno sviluppato un nuovo materiale composito che potrebbe essere utilizzato per produrre idrogeno verde, senza dover utilizzare metalli troppo rari da trovare, quali platino o iridio. 

Di che materiale si tratta

All’Università di Twente, in Olanda, è stato trovato un nuovo modo per produrre idrogeno green. I ricercatori hanno sperimentato questo nuovo materiale composito costituito da cinque diversi metalli di transizione che, combinati insieme, possono garantire un’efficienza ritenuta superiore alle aspettative. 

Il team ha pubblicato lo studio, dal titolo ‘A High-Entropy Oxide as High-Activity Electrocatalyst for Water Oxidation’, sulla rivista accademica ACS Nano, evidenziando che, dopo vari test, si è arrivati alla conclusione che è proprio la combinazione di questi metalli non rari che offre un’elevata resa, creando un effetto sinergico unico. 

Il materiale deve ancora essere testato su larga scala, ma per i ricercatori dispone di un potenziale elevatissimo, che potrebbe essere essenziale per la decarbonizzazione e per gli obiettivi Ue dei prossimi anni 

Come si ottiene di norma l’idrogeno verde

L’idrogeno verde è uno degli elementi chiave per arrivare a zero emissioni entro il 2050 e raggiungere la neutralità climatica. La tecnologia alla base della sua produzione è il processo di elettrolisi e l’impiego di elettrolizzatori. 

Nel primo caso, il passaggio di corrente elettrica scompone l’acqua in idrogeno gassoso e ossigeno, e consente un’elevata flessibilità se accoppiato a sistemi di generazione dell’energia da fonti rinnovabili.

Per quanto riguarda gli elettrolizzatori, quelli che di solito vengono utilizzati per la produzione di H20 green sono quattro: alcalina (Aec), a polimero solido (Pem), a membrana a scambio anionico (Aem) e a ossido solido (Soec).  I primi due sono più commerciali e possono raggiungere potenze più alte. Gli altri invece, offrono una resa minore, ma anche buone prospettive di sviluppo sul mercato. 

I ricercatori olandesi hanno spiegato nel loro studio che attualmente gli elettrolizzatori più efficienti contengono platino e iridio come metalli, che però sono troppo rari e preziosi da trovare. È proprio da questa difficoltà che nasce la loro esigenza di ricercare materiali per elettrodi diversi, composti da risorse più abbondanti e reperibili.

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