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Litio, Nickel, Uranio, Gas e Carbone. Le materie prime più performanti del 2022

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Le risorse naturali sono la spina dorsale dell’economia e della società, ma in che modo l’attuale tasso di consumo influisce sull’offerta di energia pulita? Le stime di Trading Economics.

Volatilità dei prezzi

È stato un anno difficile per il mercato delle materie prime, con una ricaduta inevitabile su elettrificazione e produzione di energia pulita. Quello tra elementi naturali ed energia è, infatti, da sempre un rapporto simbiotico. Il legame intrinseco tra rendimenti e produzione di energia ha però evidenziato, negli ultimi mesi, la forte dipendenza della società da fonti esauribili e poco sostenibili per il Pianeta.

Mentre alcuni prezzi si sono stabilizzati dopo essere saliti alle stelle durante la pandemia, altri, come Carbone, Litio e Nichel, hanno prodotto rendimenti stellari. Il motivo di questa volatilità è attribuibile a una molteplicità di fattori, tra cui la guerra Russia-Ucraina, la crisi economica globale e un calo della domanda cinese di materiali.

Fonte: Trading economics

La crisi energetica alimenta il carbone

La ripresa economica globale del 2021, che ha stabilito il ritmo di crescita post-recessione più rapido negli ultimi 80 anni, e il conseguente incremento della domanda di energia, hanno fatto impennare il costo del carbone. A innescare la scintilla l’invasione russa dell’Ucraina, che ha fatto schizzare il prezzo del carbone del 157% nel 2022.

In termini di rendimenti, il Carbone è stato il prodotto con le migliori prestazioni del 2022, superando di gran lunga le altre nove principali materie prime.

I costi elevati del Litio

I prezzi del Litio (carbonato) e del Nichel continuano a essere sovraccaricati dalla domanda di veicoli elettrici e batterie. Dall’inizio del 2021, i prezzi del Litio sono aumentati di 11 volte attestandosi oltre i $ 70.000 per tonnellata.

A causa dei prezzi elevati di Litio, Nichel e altri metalli utilizzati per la produzione di sistemi di accumulo, il costo medio dei pacchi batteria agli ioni di litio è aumentato per la prima volta dal 2010. Si prevede che il trend continui nel 2023, per poi tornare ai livelli iniziali nel 2024.

Uranio

Il 2022 è stato positivo anche per l’uranio, elemento indispensabile nei Piani nazionali per l’energia nucleare rilanciati per combattere la crisi energetica. In particolare, la Germania ha prorogato il funzionamento di tre impianti che avrebbero dovuto essere chiusi nel 2022, mentre il Giappone ha annunciato riavvii accelerati per diversi reattori inattivi.

E il petrolio greggio?

A seguito dell’invasione russa dell’Ucraina, i prezzi del greggio WTI,  a maggio 2022, sono saliti al livello più alto dal 2013. Tuttavia, tra giugno e la fine di dicembre, i prezzi sono scesi da circa 116 dollari al barile a 80 dollari al barile (un calo del 31%). Complessivamente, nel 2022, il petrolio greggio ha prodotto un rendimento del -3%.

Gas naturale

La volatilità del gas naturale europeo (gas TTF) è stato senza dubbio uno dei momenti salienti dell’anno. I prezzi sono saliti a circa 340 euro per megawattora ad agosto, per poi diminuire grazie alle temperature invernali più miti che ci siano mai state e al calo generale della domanda di energia. Tuttavia, in media, i prezzi del TTF nel 2022 sono stati più alti del 150% rispetto al 2021.

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