Roma, 19/04/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

Tecnologie CCS, mercato mondiale da 35 miliardi di dollari entro il 2032

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L’Agenzia internazionale per l’energia (Iea) ha definito le tecnologie CCS di cattura (e anche riutilizzo) della CO2 come “indispensabili per raggiungere l’obiettivo Net Zero entro il 2050”, in particolare per la loro capacità di abbattere fin da subito tali emissioni nei settori industriali strategici sopra elencati. Gli studi.

Tecnologie CCS, come e dove impiegarle

Le tecnologie CCS, acronimo inglese per Carbon Capture and Storage, che tradotto significa soluzioni per la cattura e lo stoccaggio della CO2 (il diossido di carbonio), potrebbero avere un grande impatto nei numerosi progetti di transizione energetica ed ecologica annunciati in tutto il mondo e in Europa.

Sappiamo bene che per molti anni ancora dovremmo usare i combustibili fossili nei nostri mix energetici nazionali, magari in porzioni sempre minori, ma comunque presenti. Le tecnologie CCS potrebbero svolgere quindi una funziona di accompagnamento all’uscita graduale dall’era dei combustibili fossili, come petrolio, gas e carbone.

Queste soluzioni tecnologiche avanzate troverebbero facile impiego nelle cosiddette industrie energivore, o “hard to abate”, tra cui cementifici, acciaierie, stabilimenti chimici, cartiere, con la cattura appunto delle emissioni di CO2 provenienti dai processi industriali interni.

L’Agenzia internazionale per l’energia (Iea) ha definito le tecnologie CCS di cattura (e anche riutilizzo) della CO2 come “indispensabili per raggiungere l’obiettivo Net Zero entro il 2050”, in particolare per la loro capacità di abbattere fin da subito tali emissioni nei settori industriali strategici sopra elencati.

Mercato mondiale in rapida crescita

Secondo stime Bloomberg NEF, durante il 2022 sono stati investiti globalmente in tecnologie CCS circa 6,4 miliardi di dollari, quasi il triplo delle risorse raccolte nel 2021.

Il 45% della spesa globale in soluzioni CCS è stato effettuato negli Stati Uniti. Circa 1,2 miliardi di euro sono stati investiti nell’area Asia Pacifico, mentre la sola Cina ha commissionato un progetto pilota per la cattura e lo stoccaggio di 200mila tonnellate di CO2 all’anno in un complesso petrolchimico.

L’Unione europea ha destinato allo sviluppo e l’impiego di queste tecnologie circa 420 milioni di dollari, soprattutto per applicazioni nell’industria del cemento e dell’acciaio.

Secondo un recente Rapporto di Global Market Insight, il mercato delle tecnologie CCS dovrebbe raggiungere entro il 2032 un valore mondiale pari a 35 miliardi di dollari, con un notevole tasso di crescita medio annuo (Cagr 2023-2032) del +20%.

Per il 2023 il Governo degli Stati Uniti ha annunciato fondi pari a 3,7 miliardi di dollari per la cattura della CO2 industriale. In Gran Bretagna cifre più modeste, inferiori ai 70 milioni di dollari, mentre nella regione dell’Asia e del Pacifico si supera il miliardo di dollari.  Di molto inferiore la spesa fin qui sostenuta in Europa, dove forse si è data priorità alle fonti energetiche rinnovabili per accelerare la transizione ecologica verso le zero emissioni.

Giornalista

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