Roma, 05/10/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

Italia a serio rischio stress idrico. Entro il 2050 potremmo consumare tra il 40 e l’80% dell’acqua disponibile

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Secondo stime Wri, 51 Paesi dei 164 esaminati soffriranno uno stress idrico molto elevato e in alcuni casi estremamente elevato entro il 2050. Per la metà del secolo, inoltre, è atteso un aumento dei consumi di acqua del +55%. In Italia situazione grave non solo per le regioni del Mezzogiorno, ma anche per Lazio, Marche, Toscana e Umbria.

Mancanza di acqua per un essere umano su tre entro la metà del secolo

Nessuno può dire con esattezza quanta acqua consumeremo entro la metà del secolo, ma le Nazioni Unite hanno già fissato un trend abbastanza inquietante, confermato dalle stime del World Resources Institute (Wri).

Secondo lo studio, 51 Paesi dei 164 esaminati dall’Istituto mondiale soffriranno uno stress idrico molto elevato e in alcuni casi estremamente elevato entro il 2050.

Tale livello di consumo/mancanza di acqua riguarderà il 31% della popolazione mondiale, se non si farà qualcosa per evitare il peggio.

L’aumento della temperatura globale, che si attende compreso tra 2,8 e 4,6°C entro la fine del 2100 è un ulteriore campanello d’allarme a cui nessuno può rimanere indifferente.

Come hanno stimato le Nazioni Unite, entro il 2050 la domanda mondiale di acqua potrebbe crescere del 55%, con tutte le conseguenze del caso sui livelli di disponibilità al momento conosciuti.

Italia tra i Paesi a maggiore rischio di stress idrico

L’Italia, ad esempio, secondo la mappa riportata da Statista su dati Wri, è tra i Paesi al mondo che potrebbe soffrire di più questa condizione di stress idrico. Tra i Paesi occidentale e le economie avanzate siamo in prima linea assieme ad Australia, Belgio, Portogallo e Turchia.

Rischiamo a conti fatti di consumare tra il 40 e l’80% delle nostre risorse idriche entro il 2050. E come? In ogni modo: dalla domanda di acqua dell’industria a quella per il settore agricolo (che comprende anche gli allevamenti di bestiame) fino a quella per uso commerciale, civile e domestico.

Tra le prime cinque regioni per stress idrico troviamo: Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia, Campania. Tutte queste regioni hanno ottenuto il massimo punteggio in termini di consumi in agricoltura (e allevamento), industriali e domestici.

Ma gli ultimi dati sono particolarmente preoccupanti anche per il Lazio, che è al sesto posto, le Marche (che in prospettiva supereranno il Lazio in questa poco invidiabile classifica), l’Umbria e la Toscana.

I Paesi a rischio idrico “estremo”

Sicuramente, i Paesi al momento a rischio estremo di stress idrico sono la Spagna e la Grecia in Europa (ma anche alcune zone dell’Italia), l’India, il Cile, il Sudafrica, Marocco, Algeria, Libia, Egitto, Israele, Siria, Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, l’Iran, solo per citare le economie più rilevanti.

Questi Paesi rischiano davvero grosso, cioè di arrivare a consumare entro la metà del secolo (mancano solo 25 anni) oltre l’80% delle proprie risorse idriche.

USA e Cina Paesi a rischio considerato “alto”

Ad alto rischio an che Francia e Germania, Stati Uniti e Cina, Argentina e gran parte dell’Indonesia, con un rischio di consumo delle proprie risorse idriche compreso tra il 20 ed il 40% del totale.

Quando parliamo di stress idrico facciamo riferimento alla differenza tra le risorse idriche sfruttate in un dato periodo di tempo e quelle disponibili in una regione o parte di essa.

Giornalista

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