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Comunità energetiche rinnovabili, nella bozza inviata all’Ue previsti incentivi fino a 200 euro/MWh

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La bozza di decreto su cui ha lavorato il nostro ministero dell’Ambiente è ora al vaglio della Commissione europea. La risposta entro 60 giorni. Secondo anticipazioni, previsti incentivi fino a 200 euro a MWh, una serie di requisiti di base e le prime indicazioni su come si dovranno richiedere.

Decreto Comunità energetiche rinnovabili, la bozza a Bruxelles

Il nostro ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha inviato alla Commissione europea il decreto sulle Comunità energetiche rinnovabili (o Cer). La notizia l’aveva data lo stesso ministro Gilberto Pichetto Fratin intervistato a margine di un evento a cui aveva preso parte a Bologna.

La Commissione ha ora 60 giorni per valutare se il provvedimento si configura come aiuto di Stato.

Il Governo, si apprende da una nota diffusa da Public Policy, cercherà di fare in modo che i tempi siano più stretti. Secondo le ultime anticipazioni, la bozza di decreto Cer inviata a Bruxelles dovrebbe prevedere un incentivo pari a 200 euro a MWh.

Come riportato da Utilitalia, “la tariffa incentivante è determinata sulla base di una formula che tiene conto dell’energia immessa in rete e condivisa avente diritto e dell’energia netta immessa in rete”.

Il regime di aiuti dovrebbe rimanere in vigore fino al 31 dicembre 2024, “oppure fino alla data di raggiungimento di un contingente di potenza finanziata pari a 300 MW”.

La durata dell’incentivo è fissata in 20 anni e gli aiuti non potranno superare i 20 milioni di euro per impresa/progetto.

I possibili requisiti per accedere agli incentivi

Sempre in base a quanto riportato dalla Federazione Utilities, la bozza di decreto individua al suo interno una serie di requisiti base per accedere all’incentivo:

la potenza nominale massima, o dell’intervento di potenziamento, non deve risultare superiore a 1 MW; l’avvio lavori per la realizzazione degli impianti deve essere successiva alla data di entrata in vigore del decreto stesso;

gli impianti di produzione e i punti di prelievo facenti parte delle Cer e delle comunità di autoconsumo dovranno essere connessi alla rete di distribuzione tramite punti di connessione facenti parte dell’area sottesa alla stessa cabina primaria;

fondamentale il possesso dei requisiti prestazionali e di tutela ambientale necessari anche per rispettare il principio del ‘do no significant harm’ (cioè interventi che non arrechino nessun danno significativo all’ambiente).

Secondo quanto contenuto nel documento inviato alla Commissione europea, rimarrebbero esclusi dal sistema incentivante tutti gli impianti che hanno iniziato i lavori di realizzazione prima della pubblicazione del decreto in questione.

Per richiedere gli incentivi si dovrà fare apposita domanda al Gestore servizi energetici (Gse), tramite il sito web. Per i termini e le condizioni sempre il ministero dell’Ambiente dovrà provvedere ad ulteriore decreto dedicato.

Giornalista

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