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Materie Prime Critiche, le novità della proposta europea

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Procedure semplificate, diversificazione delle importazioni, analisi dei rischi e inclusione dell’alluminio nell’elenco dei minerali strategici. La nuova proposta di Regolamento sulle materie prime critiche, frutto di un accordo tra Parlamento e Consiglio europeo, pone le basi per l’autonomia strategica dell’Europa in un settore fondamentale per la diffusione delle energie rinnovabili. 

Aumentare l’autonomia strategica dell’Europa

L’accordo politico raggiunto da Consiglio Europeo e Parlamento sulla proposta di Regolamento delle materie prime critiche, pone le basi per l’autonomia strategica dell’Europa in un settore rilevante per la penetrazione delle fonti rinnovabili nei mix energetici nazionali. La normativa, non ancora in vigore, deve essere adottata formalmente da entrambe le Istituzioni e definisce un elenco di 34 materie prime critiche (comprese 17 materie prime strategiche) e stabilisce obiettivi per accrescere il contributo dell’UE relativamente a queste sostanze (il 10% per l’estrazione, il 40% per la trasformazione e il 15% per il riciclaggio). 

Le novità rispetto alla proposta originaria

La nuova bozza di Regolamento, che punta ad accrescere la competitività dell’Europa riducendone la dipendenza dalle importazioni, differisce dal testo originario in numerosi punti. Tra questi i più rilevanti sono sicuramente l’inclusione dell’alluminio nell’elenco delle materie prime strategiche e critiche, il rafforzamento dei parametri di riferimento per il riciclaggio, nonché delle procedure di autorizzazione per i progetti strategici (la durata totale della procedura di autorizzazione non dovrebbe superare i 27 mesi per i progetti di estrazione e i 15 mesi per i progetti di trasformazione e riciclaggio). Importante anche la valutazione dei rischi da parte delle imprese, relativamente alle catene di approvvigionamento delle loro materie prime strategiche. Inoltre, nel testo di compromesso, oltre alla grafite naturale (già in elenco), viene inserita anche la grafite sintetica, che sarà una materia prima strategica per un periodo di tre anni, fino a quando la Commissione non effettuerà la prima revisione dell’elenco. Lo scopo è creare un settore dell’estrazione davvero Europeo, eliminando quello che per molti versi viene definito il tallone d’Achille dell’Unione. 

Procedure semplificate e analisi dei rischi

Il quadro regolatorio proposto contempla procedure di autorizzazione rapide e semplificate, di cui si deve occupare un punto di contatto nazionale unico. In base ai diversi sistemi amministrativi, gli Stati membri potranno, infatti, designare uno o più punti di contatto unici al livello (locale, regionale o nazionale) che decideranno per le varie fasi della catena del valore (estrazione, trasformazione, riciclaggio). I promotori di progetti strategici disporranno di un’ “unità amministrativa pertinente” presso tali punti di contatto unici, che agevolerà la procedura di autorizzazione del progetto.

In merito ai rischi, il testo propone un’analisi delle eventuali dipendenze, piani di esplorazione degli Stati membri, maggiori investimenti nella ricerca, nell’innovazione e nelle competenze, come anche la protezione dell’ambiente attraverso la promozione della circolarità e della sostenibilità delle materie prime. Inoltre, le grandi imprese esposte a carenze di materie prime strategiche (filiera delle batterie, produzione di idrogeno, produzione di energia rinnovabile, trasmissione e archiviazione di dati o produzione di aeromobili) dovranno effettuare periodicamente una valutazione dei rischi relativa alla loro catena di approvvigionamento di materie prime critiche, da presentare al proprio consiglio di amministrazione e in cui siano indicati:

  • la provenienza delle materie, 
  • i fattori che possono incidere sul loro approvvigionamento e 
  • le vulnerabilità alle perturbazioni dell’approvvigionamento.

Diversificazione delle importazioni

Per evitare che si creino squilibri geopolitici a livello mondiale, il regolamento individua misure per diversificare l’import, prevedendo che nessun Paese fornisca oltre il 65% del consumo di ciascuna materia prima strategica da parte dell’Unione. È previsto che a 18 mesi dopo dall’entrata in vigore del regolamento, la Commissione presenti una relazione sul consumo stimato di ciascuna materia prima critica per i successivi 30 anni.

Aumento del parametro di riferimento per il riciclaggio

Secondo l’accordo provvisorio, dovrebbe esserci un aumento sostanziale del recupero di materie prime presenti nei rifiuti. Per quanto concerne estrazione e trasformazione i parametri di riferimento restano immutati, mentre aumenta il parametro di riferimento per il riciclaggio ad almeno il 25% del consumo annuale di materie prime dell’UE. 

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