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In Gran Bretagna si punta sul solare australiano 

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Il gigante britannico Glennmont Partners ha puntato gli occhi sul mercato australiano delle energie rinnovabili, dopo aver annunciato l’intenzione di acquisire, costruire e gestire un portafoglio di parchi solari su larga scala, con un investimento da 145 milioni di dollari.

Investire sull’energia solare

Glennmont Partners, uno dei maggiori gestori di fondi europei che investe in infrastrutture per l’energia pulita, punta adesso su progetti solari e di stoccaggio in Australia, dove con il cambio di governo federale c’è stato anche un cambiamento di prospettive, con un’attenzione maggiore verso la politica climatica.

L’amministratore delegato di Glennmont Partners, Joost Bergsma, ha spiegato al quotidiano Australian Financial Review che la società prevede di acquisire, costruire e gestire parchi solari di oltre 100 MW, e di spendere fino a 145 milioni di dollari nel territorio australiano. “Questi sono i nostri obiettivi iniziali, ma – ha dichiarato – sono solo delle mosse che fanno parte di un piano di crescita molto più grande”. 

Il gestore britannico, con sede a Londra, sta cercando con il tempo di espandersi sempre più, investendo nel mercato australiano dopo averlo già fatto in America, Svezia e Corea del Sud. Negli Stati Uniti, per esempio, si è associato al fornitore GreenGo Energy per sviluppare più di 1 GW di progetti, con i primi che dovrebbero entrare in funzione nel 2025.

In Corea del Sud, invece, Glennmont sta investendo in 80 MW di impianti solari, dopo un accordo stabilito con SK D&D, società sudcoreana specializzata in rinnovabili.

Il nuovo governo federale australiano

Il governo federale ha approvato una legge sul cambiamento climatico che prevede una riduzione delle emissioni del 43% entro il 2030 e l’azzeramento entro il 2050. 

Questi scopi sono sostenuti dal ‘Powering Australia Plan’, un piano che punta soprattutto alla creazione di posti di lavoro e alla riduzione dei costi delle bollette elettriche e dell’inquinamento ambientale, anche grazie all’incremento di fonti energetiche alternative. In questo modo, il governo vorrebbe che l’82% dell’energia nazionale provenisse da rinnovabili entro la fine del decennio.

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