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Fotovoltaico: il 60% dei fornitori di componentistica è italiano (Il Report)

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La filiera italiana delle rinnovabili è in rapida espansione, con i 58,8% dei fornitori nostrani. La ricerca di mercato commissionata dal GIS, mette in evidenza una situazione che sembra contrastare con la narrazione dominante secondo cui il settore del fotovoltaico ha una rilevante dipendenza da mercati esteri, in particolare la Cina. I dati evidenziano come, in realtà, l’Italia, grazie alle competenze ingegneristiche di progettazione, assemblaggio, manutenzione e immissione sul mercato, abbia un alto potenziale di autonomia, e di capacità produttiva di componentistica. 

IL REPORT

Burocrazia e veti bloccano business “made in Italy”

Secondo l’ultimo rapporto pubblicato dal Gestore dei Servizi Energetici, il settore del fotovoltaico in italia, nel 2022, ha registrato un incremento del 20,6% in termini di impiantistica installata e una crescita del 10,9% riguardo alla potenza, arrivando a toccare complessivamente i 25 GW. Dati che testimoniano le alte potenzialità di sviluppo di questa fonte di energia rinnovabile, ma che nascondono al contempo una criticità: le forti carenze del business made in Italy, non ancora pienamente sfruttato. La ricerca di mercato sul settore fotovoltaico commissionata dall’associazione GIS – Gruppo Impianti Solari alla società Business Intelligence Group, mette in evidenza i fattori che ostacolano l’espansione del fotovoltaico nel Bel Paese, ponendo l’accento su un dato rilevante. Nel panorama della componentistica, i fornitori italiani vincono sui competitor esteri, costituendo il 60% del totale.

Su 4.401 richieste solo l’ 1% approvato

Burocrazia e ostruzionismo pubblico bloccano la diffusione a macchia d’olio dei progetti di energia rinnovabile, strumento che dovrebbe aiutare il Paese a superare la dipendenza dai combustibili fossili. Il fatto che il settore sia in crescita è, infatti, merito del grande numero di progetti presentati ogni anno al vaglio dell’autorizzazione degli enti competenti. Tuttavia, a fronte delle 4.401 richieste di connessione presentate, per un totale di 303 GW (rapporto Legambiente 2022), di cui il 40% relativo a impianti fotovoltaici, è stato autorizzato solo l’1%. La lentezza delle installazioni non è, dunque, un problema da imputare alle imprese che, invece, stando ai dati forniti sono molto attive.

Il 58,8% dei fornitori per il fotovoltaico è italiano

Lo scenario relativo alle imprese fornitrici è davvero positivo. Secondo i risultati dell’indagine commissionata dal GIS, le aziende produttrici di componentistica con sede in Italia sono in totale 234, di cui 52 si occupano anche della fase di installazione degli impianti. Il numero appare più alto rispetto a quello delle aziende fornitrici di componentistica per l’Italia ma con sede all’estero: 164. Questo significa che il 58,8% dei fornitori di componentistica per il mercato italiano del fotovoltaico è italiano, contro un 41,2% di fornitori esteri.

La filiera italiana delle rinnovabili

Passando alla porzione di filiera che si occupa dell’installazione degli impianti fotovoltaici, l’indagine riporta che le imprese con sede in Italia sono 2900, di cui la quasi totalità installa piccoli impianti (2862) mentre solo una minoranza costruisce grandi impianti a terra (253). Questo dato è coerente con quanto già riportato dal GSE, ovvero che l’Italia è un paese contraddistinto da impianti di piccola taglia. Gli installatori hanno sede principalmente in Lombardia (530 imprese), Veneto (385) ed Emilia-Romagna (310).

Il primato italiano sulle competenze ingegneristiche

Guardando, invece, agli operatori esteri attivi sul mercato italiano, l’indagine ha calcolato un totale di 140 installatori, di cui 117 con sede in Germania, 4 in Cina, 3 negli Stati Uniti e 1 in Egitto. Anche in questo caso il dato ritrae un contesto in cui prevalgono operatori italiani.

Una situazione che sembra contrastare con la narrazione dominante secondo cui la filiera italiana delle rinnovabili, del fotovoltaico in particolare, ha una rilevante dipendenza da mercati esteri, soprattutto dalla Cina. Come si spiega questa apparente contraddizione?

La Cina è oggi il principale fornitore europeo di materie prime per la filiera energetica: le terre rare sono il primo anello della catena di produzione per tecnologie fotovoltaiche ed è vero che senza questa fornitura il mercato italiano andrebbe in seria difficoltà. Invece, il settore in cui Italia possiede una buona porzione di autonomia è la capacità produttiva di componentistica, che richiede competenze ingegneristiche di progettazione, assemblaggio, manutenzione e immissione sul mercato.

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