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Dl Agricoltura, stop all’agrivoltaico. Italia Solare, “Possibili perdite per 60 miliardi di euro”

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La lettera inviata da Italia Solare alla Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, e ai Ministri Pichetto Fratin e Lollobrigida, a seguito delle anticipazioni relative al DDL Agricoltura che prevede di limitare le installazioni di nuovi impianti fotovoltaici su terreni agricoli. “Agrivoltaico è risorsa per il Paese”, ma non tutti sono d’accordo. Le posizioni di Elettricità Futura, Utilitalia e Coldiretti.

Il Ddl Agricoltura e la Lettera di Italia Solare

Il blocco delle realizzazioni degli impianti fotovoltaici a terra su terreni agricoli (l’agrivoltaico) potrebbe determinare una perdita stimata in circa 60 miliardi di euro, secondo Italia Solare.

Almeno 45 miliardi di euro di investimenti privati diretti – 1 miliardo dei fondi PNRR perduti – a cui si aggiungono 2 miliardi di euro di mancati introiti derivanti dalle tassazioni IMU degli impianti, 11 miliardi di imposte e infine le sempre importanti compensazioni per i Comuni”, si legge in una lettera inviata alla Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, e al ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, a seguito delle anticipazioni relative al DDL Agricoltura.

Dopo l’annuncio del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, di fermare le installazioni di impianti fotovoltaici con moduli a terra su terreni agricoli, le imprese e le associazioni di settore si sono subito mobilitate per evitare il blocco del settore.

Le zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici sono aree non idonee all’istallazione degli impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra“, si legge all’articolo 6 della bozza di Decreto del ministero dell’Agricoltura sui sostegni al settore. La bozza è uscita giovedì scorso e dovrebbe andare in Cdm durante questa settimana.

I numeri a favore dell’agrivoltaico

A sostegno della tesi dell’associazione una serie di considerazioni e soprattutto numeri: “Il costo dell’elettricità da fotovoltaico realizzato in modo efficiente è intorno a 80 €/MWh, come si evince dagli esiti delle ultime aste svolte in attuazione del DM 4 luglio 2019 e osservando il prezzo di esercizio proposto dal MASE nella consultazione svolta il mese scorso sullo schema di decreto FERX. D’altra parte, il prezzo medio giornaliero dell’elettricità nel mercato del giorno prima raramente scende sotto 80 €/MWh”.

Il Governo è piuttosto incerto sul da farsi, ma si cerca una mediazione. Pichetto Fratin sembra non aver preso bene la mossa del collega all’Agricoltura, ma cerca la mediazione: “In merito alla proposta sullo stop all’installazione di nuovi impianti fotovoltaici su terreni agricoli, confermo che i rispettivi uffici stanno interloquendo per trovare la migliore formulazione a tutela da un lato degli agricoltori e dei loro terreni agricoli e dall’altro dei target di decarbonizzazione da raggiungere e gli investimenti delle imprese. Abbiamo avviato una proficua interlocuzione con tutti i soggetti interessati e sono convinto che riusciremo a raggiungere il risultato da tutti auspicato”.

Le proposte di Italia Solare

Il problema che sembra generare indicazioni tra loro contrastanti è uno solo: il presunto impatto del fotovoltaico sull’agricoltura e sul paesaggio. Il MASE si spende per favorire la diffusione del fotovoltaico con criteri di economicità; il MASAF – presumibilmente spinto da qualche associazione agricola – fa interdizione per evitare una (inesistente) sottrazione di terreni all’agricoltura; il MIC frena in tutte le sedi i provvedimenti autorizzativi, lamentando il presunto impatto paesaggistico del fotovoltaico”, ha precisato Paolo Rocco Viscontini, Presidente di Italia Solare.

Qui le proposte avanzate da Italia Solare per uscire dall’ampasse:

  • individuare in modo chiaro le aree in cui si possano realizzare gli impianti, comunque salvaguardando quelle che per legge sono già state classificate idonee a questo scopo;
  • predisporre un testo unico sulle procedure autorizzative, nel cui ambito il Governo è tenuto a individuare le aree di accelerazione per le fonti rinnovabili, introdotte dall’ultima direttiva europea sulle fonti rinnovabili, nelle quali la realizzazione degli impianti dovrebbe essere non solo consentita ma drasticamente semplificata.

Basta l’1% dei terreni liberi per raggiungere il 50% dei 50GW da produrre entro il 2030. Le posizioni di Elettricità Futura, Utilitalia e Coldiretti

L’1% dei terreni agricoli non occupati è sufficiente per realizzare il 50% dei 50GW richiesti per raggiungere gli obiettivi del 2030 con impianti a terra, il restante 50% può essere installato sui tetti, si specifica nella Lettera dell’associazione.

Un concetto ripreso sul Sole 24Ore anche dal Presidente di Elettricità Futura, Agostino Re Rebaudengo: “Il ministero dell’Agricoltura riveda lo stop al fotovoltaico nella bozza di decreto, bloccherà oltre l’80% dei progetti”.

Elettricità Futura, l’associazione delle imprese elettriche, e Utilitalia, la Federazione delle utilities, hanno scritto una lettera congiunta ai ministri Lollobrigida e Pichetto, chiedendo di “riconsiderare” il divieto all’agrivoltaico. La norma, scrivono, “determinerebbe una battuta d’arresto per gli investimenti necessari a conseguire gli obiettivi di transizione energetica fissati dal governo stesso e le relative ricadute positive di carattere economico ed occupazionale”.

Coldiretti, a contrario, è favorevole al decreto: “Per tutelare l’agricoltura nazionale occorre anche un deciso stop al fotovoltaico selvaggio, con la copertura di intere aree agricole produttive con distese di ettari di pannelli a terra”.

Giornalista

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