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L’Angola lascia l’OPEC

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L’Organizzazione degli esportatori di petrolio (OPEC) perde anche l’Angola. L’addio polemico del Paese africano, i cui rappresentanti hanno dichiarato pubblicamente di non avere più nulla da guadagnare restando nel Gruppo, deriva dalle frizioni interne degli ultimi mesi. Tutto sarebbe nato, infatti, dal riordino delle quote produttive, risultato molto indigesto anche ad altri Paesi.

Le richieste dell’OPEC

L’Angola lascerà il cartello petrolifero OPEC, a seguito di una disputa sulle quote di produzione petrolifera. La produzione nazionale è, infatti, andata diminuendo negli ultimi anni e l’OPEC ha chiesto di ridurre le sue esportazioni a 1,1 milioni di barili al giorno, al di sotto degli attuali livelli di produzione.

Nessun interesse a restare

Non abbiamo più nulla da guadagnare restando” ha dichiarato il ministro delle Risorse minerarie Diamantino Azevedo.Come Paese, quando partecipiamo, è per contribuire, e ci aspettiamo dei risultati in linea con i nostri interessi. Quando ciò non accade, diventiamo superflui”.

Le lotte intestine dell’OPEC

L’Angola è l’ultimo membro a lasciare il gruppo negli ultimi anni, e la sua uscita solleva preoccupazioni non tanto per l’influenza che possa esercitare sul mercato del petrolio, quanto per le lotte intestine dell’OPEC e la (ormai scarsa )coesione del cartello. Lo sviluppo fa, infatti, seguito a mesi di frizione in cui le differenze tra i membri dell’Organizzazione di produttori e la sua componente più forte, l’Arabia Saudita, fiancheggiata dalla Russia, sono venute prepotentemente a galla.

Il riordino delle quote produttive

Tutto è iniziato a giugno, quando gli altri Paesi Opec hanno rivisto i numeri delle rispettive produzioni di base, ossia il livello a partire dal quale viene calcolata la quota di produzione di ciascun membro. L’Angola, la cui produzione nazionale risulta crollata del 40% negli ultimi otto anni, non ha mai digerito il risultato di quella riunione, un accordo che ha ridotto la sua quota, e innalzato quella di altri Paesi come gli Emirati Arabi Uniti. I rappresentanti angolani avevano abbandonato l’incontro, per poi accettare (insieme a Nigeria e Repubblica del Congo) una revisione indipendente della produzione di base.

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